Repubblica: “Il Palermo di ieri è sembrato una squadra di metà classifica…di serie B”

“È finita 5 a 4 per lo Spezia, ma il giudizio complessivo sulla prova offerta dal Palermo non sarebbe cambiato se Balogh avesse mandato dentro il rigore della possibile vittoria e se dopo di lui non avesse sbagliato anche Goldaniga. Non sarebbe cambiato perché il Palermo di ieri è sembrato una squadra di metà classifica di serie B. Un po’ come lo Spezia di Mimmo Di Carlo nel campionato cadetto occupa la nona posizione e al “Barbera” è stata di gran lunga la squadra più pericolosa, la squadra che, al di là del fatto che la qualificazione sia arrivata solo ai rigori, ha meritato il passaggio del turno. Lo ha meritato perché ha creato di più, perché ci ha creduto di più, perché ha giocato meglio. Roberto De Zerbi che lunedì dopo la sconfitta con la Lazio aveva salvato la panchina praticamente per mancanza di alternative valide, adesso è ancora una volta spalle al muro. «Quando sono arrivato – dice – sapevo che avremmo lottato per la salvezza. Non ho mai pensato di andare via perché voglio combattere anche se posso rischiare di bruciarmi. Il sangue mi ribolle dentro. Non è bello metterci la faccia su ogni sconfitta. Quando fai il tuo lavoro al massimo non puoi rimproverarti niente». De Zerbi dice di fare il massimo, ma se questo è il massimo che la squadra riesce a mettere in campo c’è da stare freschi. L’eliminazione per mano dello Spezia ricorda per certi versi quella dello scorso anno arrivata per mano dell’Alessandria. In quel caso pagarono i giocatori con l’esclusione dalla rosa di Daprelà, Maresca e Rigoni. Alla fine il Palermo riuscì a salvarsi all’ultima partita. Perché ciò accada anche quest’anno serve un miracolo calcistico visto che il Palermo attuale sembra lontano parente di quello, pur scarso, dello scorso anno. Questa volta a pagare sarà De Zerbi che ha battuto ogni record negativo e che, paradossalmente, aveva battuto anche un singolare primato: quello di restare sulla panchina rosanero anche dopo sette sconfitte di fila in campionato. Fatale gli sarà l’ottava, quella rimediata in Coppa Italia. «C’è rammarico perché commettiamo degli errori ingenui e non possiamo pretendere di trovare sempre delle scuse – dice De Zerbi – Alcuni dei miei giovani giocano con paura». Adesso tocca a Corini che da anni sognava di potere sedere sulla panchina del Palermo. Per il “Capitano”, che ha già compiuto un miracolo sportivo a Verona salvando il Chievo, la grande occasione della sua carriera”. Questo quanto si legge su “La Repubblica”.

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Redazione Ilovepalermocalcio