L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo di Brunori che accende la luce in attesa del nuovo allenatore.
“The king is back”. Già la moda. Ormai tutti sono affacciati su quel grande balcone del mondo che si chiama internet. “Il re è tornato”, urlano i compagni a Brunori, protagonista di una scoppiettante serata che vede il Palermo spegnere, al primo tentativo, un campanello d’allarme per essersi ritrovato senza guida, forse stimolato dallo stesso disagio per le dimissioni di Baldini e Castagnini o forse per confermare il suo attaccamento ai colori e ai tifosi che lo circondano di entusiasmo. Del resto sembra normale per una squadra che meno di due mesi fa ha stupito per l’impresa della B e la fedeltà del suo pubblico. Il Palermo, dunque, dimentica l’amichevole di Pisa, esce dal blackout per la clamorosa sconfitta, supera il trauma della gestione ad interim, e il travaglio degli ultimi giorni, reagisce con convinzione e, felice per la tripletta del suo uomo simbolo, si prepara a vivere una settimana decisiva per la ricerca del nuovo allenatore e per la sfida, stavolta con un avversario di A: il Torino.
La risposta, insomma, è arrivata. E ora si attende l’altra svolta con la selezione del tecnico. Bravo Di Benedetto, che sulla scia di chi l’aveva preceduto, ha dato fiducia al gruppo della scorsa stagione. Il rapporto con la città resta saldo. Non poteva andare diversamente. Da maggio ad oggi sono arrivati la promozione, il cambio di proprietà e l’investimento su Brunori: tutto in attesa di un futuro che stenta a decollare e che impone scelte immediate. Il tecnico e la definizione dell’organico le prime due esigenze, una complementare all’altra. Il Palermo torna in campo sabato e dovrebbe farlo con il neo mister per colmare un vuoto e soprattutto tuffarsi in picchiata sulle esigenze del campionato ormai alle porte. Con l’intermezzo della Coppa Italia e di un Torino che, dopo avere vissuto drammatici momenti di tensione, sfociati in una lite furibonda tra l’allenatore granata Jurić e il dt Vagnati ripresa con i cellulari e postata poi sui social, vuole ritrovare serenità e risultati puntando al Palermo come occasione di riscossa.
Per il dopo Baldini, tutto sembra suggerire Corini che, tra tutti, è l’unico che abbia avuto contatti con alcuni dirigenti della nuova proprietà. Ma questo conta fino a un certo punto, perché solo ieri è cominciato il casting per una scelta che arriverà direttamente dalla sede del City, gruppo dalle strategie precise e intoccabili. I nomi dei papabili sono i soliti: il “Genio” in testa, che riscuote il consenso di tutti — almeno in Italia — e che sembra il più indicato a raccogliere in eredità la panchina rosanero dopo esserne stato bandiera in campo per tanti anni. Poi, Ranieri, Andreazzoli, D’Angelo, D’Aversa e Semplici. Longo è l’ultima new entry. Ce n’è per tutti i gusti a meno di clamorose sorprese. Decisive le prossime ore, entro giovedì la scelta.