L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla “fuga” dei pretendenti del nuovo Trapani dal bando del Comune.
Serie B da raggiungere in quattro anni, nomina del presidente del collegio sindacale da parte dello stesso primo cittadino, fideiussione di un milione che il Comune potrebbe escutere se dovesse arrivare una retromarcia della nuova proprietà: questi alcuni requisiti necessari per far ripartire il Trapani dalla Serie D. I tifosi della Curva Nord, schierati con De Picciotto, hanno manifestato il loro disappunto. Ettore Minore ha annunciato il ritiro dalla contesa: «Non si può non rimanere perplessi sulla possibilità che tali imprescindibili punti possano limitare la libera impresa e le scelte che in futuro dovrebbero essere operate. Ove fossero confermati, non potremmo che formalizzare, a malincuore, il nostro ritiro dal bando. Ma non è l’unico motivo: dopo i messaggi apparsi allo stadio e il comunicato degli Ultras della Curva 2 aprile 1905, rispettando la volontà dei tifosi trapanesi, il dottor Ettore Minore decide di ritirare la manifestazione d’interesse e la conseguente partecipazione al bando per l’assegnazione del titolo sportivo del Trapani Calcio».
Rimangono in corsa René De Picciotto, la cordata serba di Zoran Popovic e il comitato “C’è chi il Trapani lo ama”. «A queste condizioni – il commento di De Picciotto con i tifosi – difficilmente qualcuno può pensare di prendere il Trapani». La città rischia di restare senza calcio.