Repubblica: “Il giorno dell’orgoglio rosanero. Adesso i fatti…”

Ieri è finalmente iniziato il nuovo corso del Palermo, infatti si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della nuova società la Hera Hora di Mirri e Di Piazza che avrà il compito di far risalire i rosanero dalle ceneri della Serie D. L’edizione odierna di “La Repubblica” fa il punto della situazione e analizza le parole dette ieri in conferenza dai nuovi protagonisti rosanero. È stata una festa. Il trionfo dell’orgoglio rosanero. Il trionfo, soprattutto, di chi in questo momento incarna più di tutti la svolta calcistica della città sintetizzabile nello slogan: “ Il Palermo ai palermitani”. Dario Mirri è stato il mattatore assoluto della presentazione della nuova società nata dalla macerie dell’Us Città di Palermo.  Mirri è stato bravissimo a trasmettere questo senso di appartenenza. Questo pathos per la maglia che solo chi è veramente tifoso può capire cosa significhi. Una giornata che, per ammissione dello stesso neo proprietario della Ssd Palermo, Mirri attendeva da cinquant’anni, il nuovo presidente ha dimostrato di aver già fatto breccia tra la gente, e di gente, nonostante il caldo torrido e il sabato che avrebbe invogliato chiunque ad andare al mare, in tribuna al “ Barbera” ce n’era tantissima. A muoverli, sì la curiosità, ma anche la voglia di poter dire io c’ero. Di partecipare a qualcosa che ognuno, in qualche modo, può sentire propria.
La sente sua, giustamente, anche Tony Di Piazza che accompagnato da amici e parenti di San Giuseppe Jato, ha battuto molto sull’importanza «dell’italianità e della sicilianità». Un moto di orgoglio di chi ce l’ha fatta e adesso vuole esportare il brand Palermo negli Usa e nel mondo. Il suo compito, all’interno della società rosanero – oltre a quello di mettere con la famiglia Mirri i soldi per il piano triennale di investimenti da quindici milioni di euro sarà proprio quello di fare da ambasciatore del Palermo: da dirigente, da tifoso e da uomo d’affari. Di Piazza ha portato in eredità alla nuova società Gianluca Paparesta che si occuperà di rapporti istituzionali e media ed è lui che sta trattando con i colossi della tv (Sky e Dazn) per la trasmissione in diretta delle partite dei rosanero.
In prima fila, in quella che doveva essere una presentazione ed è diventata una vera e propria festa, Paparesta era seduto accanto a Daniele Mirri, il padre di Dario. «Daniele – ha detto il maniera efficace Rinaldo Sagramola – ha provato a fare da elemento equilibratore alla passione di Dario. Alla fine si è arreso pure lui». La passione di Dario Mirri che traspare dalla sua felicità durante la conferenza stampa e la sua emozione ha fatto sì che Palermo abbia vissuto una giornata come quella di ieri. «L’avrei voluta organizzare proprio così – dice – In tribuna, insieme alla gente. Un modo simbolico per dire che questo Palermo esce fuori dalle stanze, che questo Palermo è di tutti e che lo stadio torna ad essere la casa della squadra. Una casa aperta a tutti i tifosi». Lui per primo che, quasi in una gara con i presenti, ha sfidato tutti a « dimostrare chi è più tifoso di me » . Un tifoso che ha preso la squadra del cuore e ha deciso di voltare pagina e di chiudere con il passato. « Perché – ha detto Mirri – il Palermo è di Palermo. Noi siamo in grado di farcela da soli. Non abbiamo bisogno di chi pensa di poterci colonizzare. Di chi pensa che la nostra innata accoglienza gli consenta di fare tutto quello che crede. Basta con i marchi che non si capisce a quale società appartengono e procuratori che non si capisce che lavoro fanno davvero». Poi, la stoccata a Salvatore Tuttolomondo con una frase che ormai ha fatto da tormentone nelle tristi vicende degli ultimi mesi del Palermo dell’ex proprietario  diventata nota tra i tifosi rosanero la notte del 24 giugno scorso quando il club non si è iscritto lasciando, tra l’altro, per strada ventisette lavoratori che adesso sperano di essere riassorbiti nella nuova società. «Mi vedete preoccupato?», ha chiesto Mirri ai tifosi. E lì, giù con l’ennesima ovazione.
Non sono mancati i riferimenti anche a Zamparini. « Avevamo un presidente che pensava da proprietario e credeva di potere fare della squadra quello che voleva dimenticando che la squadra è dei tifosi. Io sarò un presidente diverso perché sono un presidente tifoso. Domandatevi perché questo stadio, che per ovvi motivi la nuova società non abbandonerà mai, si chiama Renzo Barbera e non si chiama in un altro modo».
A pochi metri di distanza lo ascolta Lorenzo Barbera, che già ti mette i brividi vederlo per quanto somiglia al padre Ferruccio, e che porta lo stesso nome del nonno. Nella nuova società si occuperà del marketing ed ha avuto l’idea di mettere una targhetta con nome e cognome nei seggiolini che verranno occupati dagli abbonati. Tifosi che sceglieranno la nuova maglia attraverso un sondaggio e che soprattutto potranno consorziarsi per prendere il dieci per cento della società. Tifosi che avranno il controllo sul club. « Non ci poniamo limiti – dice Mirri – Il piano triennale ha come obiettivo immediato la serie B. Se saremo fortunati come il Parma sarà la serie».
Il Palermo sarà una scuola di calcio che punterà molto sul settore giovanile. « Vogliamo realizzare un centro sportivo che sia una sorta di fabbrica per i nostri giocatori del futuro » . Un futuro che è già iniziato e che adesso, dopo la festa e le parole, ha bisogno dei fatti e dei risultati in campo.