“La sua prima volta risale a ottantasei anni fa. Era il 24 gennaio del 1932 quando Palermo e Atalanta disputarono l’amichevole nello stadio che allora, nel rispetto dei tempi, si chiamava Littorio. Vinsero i rosanero per 5-1 in una struttura che era totalmente diversa rispetto a oggi. E che presentava anche la pista d’atletica poi eliminata nelle successive ristrutturazioni. Al termine di quella stagione i rosanero festeggiarono la prima promozione in serie A. L’impianto, che oggi porta il nome di “Renzo Barbera”, fu disegnato nel 1931 dall’ingegner Giovanni Battista Santangelo e costruito dalle ditte di Michele Utveggio e Michele Collura, fino alle ultime ristrutturazioni realizzate dal patron Maurizio Zamparini con la creazione del settore ospiti e degli adeguamenti previsti dall’Uefa.
Oggi però il “Barbera” lavora a scartamento ridotto, visto che è sempre praticamente vuoto. Ma le immagini degli spalti strabordanti di passione hanno affascinato molti, anche uno studente particolare: il centrocampista rosanero Luca Fiordilino, tre anni fa, ha conseguito il diploma da geometra presentando proprio una tesi sullo stadio. «Studiavo al “ Filippo Parlatore” – racconta – e volevo presentare un lavoro diverso rispetto ai soliti. Ero ancora in Primavera e quello era lo stadio in cui sognavo di giocare. Fino a quel periodo il massimo era stato fare il raccattapalle, che per un bambino è la cosa più bella che c’è: hai i giocatori vicini e ti sembra tutto surreale. Ero dietro i cartelloni pubblicitari accanto al figlio di Giovanni Tedesco quando suo padre realizzò la doppietta contro il Napoli e corse come un pazzo per abbracciarlo».
Non c’è bambino o tifoso che passando da viale del Fante non si metta con il naso all’insù per scrutare ogni angolo dell’impianto. «I miei ricordi dello stadio sono sempre legati al campo – dice Fiordilino – Qualche volta con i miei genitori sono andato in curva o in tribuna. Per il resto, fra raccattapalle prima e oggi da giocatore, ho sempre avuto la fortuna di vivere lo stadio da protagonista. Sono affezionato al mio stadio, il giorno in cui il Palermo chiamò a casa per dire che avevo superato il provino la telefonata arrivò proprio dallo stadio. Giocavo nel Bagheria, quella telefonata fu una sorpresa bellissima».