“Proprio nel giorno in cui viene reso noto il nome del nuovo presidente del Palermo, Giovanni Giammarva, si addensano nuove nubi sul destino del club rosanero. Il futuro della società di viale del Fante è appeso a 20 milioni di euro. Denaro da trovare in fretta per salvarsi da quella che in procura hanno ribattezzato “la decisione”. Un provvedimento determinante per il prosieguo dell’indagine che da aprile la procura di Palermo sta portando avanti sui conti della società e sulla gestione degli ultimi anni del patron Maurizio Zamparini.
I sostituti procuratori Andrea Fusco, Dario Scaletta e Francesca Dessì coordinati dall’aggiunto Salvatore De Luca mantengono il più assoluto riserbo, ma dal secondo piano del palazzo di giustizia trapela che una «decisione molto importante verrà presa in tempi brevissimi». Probabilmente entro il mese. L’unica conferma che arriva dalla procura è sulla cifra in ballo: «Venti milioni? Una cifra molto plausibile». Dunque questi soldi servono per scongiurare la “decisione” della procura. L’ipotesi più probabile, che da mesi aleggia sulla società di via del Fante, è che servano a scongiurare il fallimento. Secondo la normativa la procura può presentare istanza di fallimento se la gestione di una società è socialmente pericolosa e nuoce alla collettività. Un comma che non lascia sereno Zamparini da oltre sei mesi, visto che i pm già a maggio avevano aperto un fascicolo di “atti civili” per verificare se ci fossero le condizioni per avanzare al tribunale l’istanza di fallimento della società in seguito a esposti e denunce di creditori. Il club complessivamente avrebbe un’esposizione di 120 milioni di euro e i venti milioni di euro da trovare subito non sarebbero altro che la quota minima per mantenere solvibile la società. In questo contesto l’inserimento nel consiglio di amministrazione e la nomina a presidente di Giovanni Giammarva, professionista esperto in gestioni di società in crisi e genero di Maria Falcone, trova una ovvia spiegazione. Toccherebbe a lui, infatti, il compito di ottimizzare le poche risorse disponibili e indirizzarle verso le voci di bilancio che più sono esposte ad una eventuale istanza di fallimento. Una dimostrazione ulteriore della necessità di un’iniezione di liquidità era già arrivata dalla proposta di rimodulazione degli stipendi fatta ai giocatori. La svolta all’indagine è arrivata quando la società di revisione Price Waterhouse Coopers ha consegnato ai pm e alla Guardia di finanza la relazione su specifiche operazioni finanziarie e sulla sostenibilità dei conti del Palermo. La relazione è il frutto del lavoro sulle carte portate via dalla Finanza il 7 e il 27 luglio dallo stadio dopo che erano stati iscritti nel registro degli indagati Maurizio Zamparini, il figlio Diego Paolo, il presidente del collegio sindacale del club Anastasio Morosi, la segretaria di Zamparini Alessandra Bonometti, Domenico Scarfò, Rossano Ruggeri, il presidente e il consigliere delegato di Alyssa, la società riconducibile a Zamparini che ha acquistato la MePal e il marchio rosa, il belga Luc Braun e il lussemburghese Jean Marie Poos. Sei le ipotesi di reato contestate: appropriazione indebita, riciclaggio, impiego di proventi di provenienza illecita, autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte e falso in bilancio aggravato dalla transnazionalità”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.