L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla drammatica situazione del Catania. Sembrerebbe essersi spezzato il legame tra la società e i propri tifosi. Al “Massimino” si contano a malapena 2.500 spettatori, con un incasso inferiore ai 5.000 euro. Negli ultimi due campionati, il Catania aveva chiuso l’annata agonistica con il primato di stadio del girone C con più affluenza di pubblico (poco meno di 10.000 a partita), oggi è invece scivolato al quarto posto, preceduto da Bari, Reggina e Ternana), con 6.000 spettatori di media. Adesso diserta il “Massimino” anche una buona fetta di abbonati. C’è chi ha cestinato la tessera, c’è chi l’ha riposta in un cassetto, in attesa di una svolta che inverta un’inerzia sempre più negativa, caratterizzata dalle fitte nubi addensatesi sul futuro societario e dall’anticipato addio alle ambizioni di promozione. Un tempo le squadre avversarie arrivavano a Catania con la consapevolezza di dover giocare in un ambiente caldo ed ostile, oggi sono invece i giocatori rossazzurri ad entrare sul prato del “ Massimino” con la sensazione di dover disputare una partita esterna. Mercoledì sera, nel corso dei festeggiamenti per Sant’Agata, Cristiano Lucarelli al seguito della processione, è stato avvicinato ed incoraggiato da molti tifosi con la maglia e la sciarpa rossazzurra sotto il sacco (l’abito bianco indossato dai fedeli della Santa patrona), ed il tecnico livornese ha colto l’occasione per dir loro: «Dateci una mano, tornate allo Stadio».