L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle disposizioni dell’ultimo decreto firmato dal premier Conte. L’Italia si ferma. Tutta. Chiusi bar e ristoranti, a parte il servizio a domicilio se ci sono le condizioni igieniche adeguate. Chiusi i mercati su strada, i centri commerciali, i centri estetici, i parrucchieri, i barbieri. Fa eccezione il trasporto pubblico locale, ogni regione deciderà caso per caso come organizzarlo in base alle esigenze rimaste. Garantiti i servizi finanziari, assicurativi, bancari e postali. Sospese le mense dove non è possibile tenere la distanza di un metro l’uno dall’altro. Incentivati per tutte le attività, e per gli uffici pubblici e privati, lo smart working, il lavoro da casa, i congedi e le ferie anticipate. «Ho fatto un patto con la mia coscienza – ha detto Conte in un videomessaggio trasmesso su Facebook poco prima delle dieci di sera – al primo posto c’è e ci sarà sempre la salute degli italiani». Per avere un riscontro effettivo – ha chiarito il presidente del Consiglio – «dovremo attendere un paio di settimane». Ma «se i numeri dovessero continuare a crescere, cosa non improbabile, non significa che dovremo affrettarci a varare nuove misure. Non ci sarà una corsa cieca verso il baratro. Bisogna essere lucidi, misurati, rigorosi, responsabili. Rimaniamo distanti oggi – così ha concluso il suo intervento – per abbracciarci con più calore domani. Tutti insieme ce la faremo».