Repubblica: “Il codice antivirus dei calciatori, vietato anche firmare autografi. Da Palermo a Napoli, ecco come si proteggono le società in Italia”
L’emergenza Coronavirus sta avendo le sue conseguenze anche nel mondo del calcio, anche i calciatori avranno delle norme da rispettare per non rischiare il contagio. L’edizione odierna di “Repubblica” fa il punto della situazione sul decalogo stilato dai medici sportivi per gli atleti. Anche le società hanno imposto delle norme, il Palermo ha vietato ai suoi tesserati i viaggi al Nord, mentre il Napoli ha suggerito di evitare visite a parenti lontani, al Parma hanno sostituito il classico cestone di frutta, da cui i giocatori pescano a fine allenamento, con dei piattini individuali. Il Torino ha sospeso le cene sociali con i club e e, mentre il Bologna ha suggerito ai suoi giocatori di non abbassare il finestrino dell’auto se ci sono dei tifosi a chiedere un autografo o una foto: l’invito è che facciano capire che è meglio di no, all’uscita del centro di Casteldebole. Più in generale tutte le società hanno invitato i calciatori a non frequentare locali affollati come le discoteche. In Francia la Lfp, che gestisce Ligue1 e Ligue2 (solo una partita si giocherà a porte chiuse, Chambly-Le Mans), ha varato un nuovo protocollo pre-partita, vietando le strette di mano tra giocatori e arbitri («Dopo l’allineamento iniziale, i calciatori si disperderanno sul terreno») così come quelle tra allenatori e addetti di ogni genere a fine gara. I bambini che abitualmente accompagnano l’ingresso in campo delle squadre, che da noi non saranno più ammessi, non verranno tenuti per mano, ma per le spalle. Non esistono direttive sui festeggiamenti dei gol e nemmeno sulle marcature a uomo, però un difensore distratto potrà pur sempre giustificarsi: stavo a un metro dall’attaccante perché me l’ha chiesto il governo.
Le 21 regole dettate dalla Fmsi, la federazione dei medici sportivi italiani presieduta da Maurizio Casasco, sono per lo più elementari indicazioni di igiene, tipo non condividere le borracce, ora personalizzate: ognuno beve dalla sua, che riporta nome e numero di maglia. Di seguito il decalogo:
Il decalogo Dai medici sportivi 21 regole per gli atleti
1) Non condividere borracce, asciugamani, accappatoi
2) Non consumare cibo nello spogliatoio
3) Non lasciare indumenti esposti o in ceste comuni
4) Buttare fazzoletti, cerotti e bende in appositi contenitori
5) Lavarsi le mani per almeno
20 secondi, con acqua e sapone (o con un disinfettante a base di alcol al 60%) e asciugarle con salvietta monouso
6) Usare una salvietta per aprire e chiudere il rubinetto
7) Favorire l’uso di dispenser automatici negli spogliatoi
8)Non toccarsi occhi, naso o bocca con le mani non lavate
9) Tossire e starnutire nel fazzoletto o nel braccio
10) Arieggiare spesso i locali
11) Disinfettare tavoli, panche, sedie, maniglie e servizi
12) In piscina, monitorare i livelli di cloro, il Ph e la temperatura dell’acqua
13) Ai primi sintomi (febbre o infezione respiratoria) lasciare la squadra, isolarsi e informare il medico sociale o federale, per i professionisti, o il medico curante, per i dilettanti
14) Vaccinarsi contro l’influenza, se non è stato fatto
15) Informarsi su contatti a rischio avuti in prima persona o fra i propri familiari
16) Utilizzare la visita medicosportiva per individuare soggetti a rischio immunitario o con sintomatologia
17) Nei raduni internazionali, prevedere un medico federale che possa identificare soggetti a rischio
18) Monitorare i Paesi verso cui si è diretti e da cui si rientra
19) Evitare premiazioni e altre forme di contatto col pubblico
20) Nelle interviste, usare un microfono unico e disinfettarlo
21) Lasciare lo stadio con il bus della squadra o su auto privata evitando i tifosi