L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul momento del Catania. Cristiano Lucarelli può esibire numeri da trasferta in netto e costante miglioramento. Sotto la gestione del tecnico livornese, inclusa la Coppa Italia, il Catania da esportazione ha totalizzato 5 vittorie (le ultime due consecutive), 2 pareggi, 4 sconfitte, con una media partita di 1,54 punti e di 1,27 gol incassati. Un rapporto favorevole di 3 a 1 rispetto all’era Camplone, che conferma l’abilità di Lucarelli (gestore di un gruppo apparentemente uscito indebolito dalla sessione invernale del calciomercato) nel preparare, tatticamente e mentalmente, le gare in trasferta. Per la strategia, l’ex bomber di Livorno, Torino, Napoli e Shaktar, tiene bene a mente gli insegnamenti di Walter Mazzarri (suo tecnico a Livorno e Napoli), secondo cui la squadra che gioca in trasferta è tatticamente avvantaggiata dal poter sfruttare gli spazi lasciati scoperti dai padroni di casa. A patto che i propri giocatori non si facciano condizionare dal fattore ambientale: aspetto emozionale su cui Lucarelli lavora in profondità sin da quando, ancora da calciatore del Napoli, nel 2011 ha iniziato a frequentare a Salerno il corso allenatori di terza categoria. La scintilla che ha acceso la fantasia dell’allora aspirante tecnico, è stata originata dalle lezioni di psicologia previste all’interno del corso allenatori, ed in particolare da uno studio sui calciatori condotto nel Regno Unito, evidenziante la presenza di un maggior numero di ormoni alla vigilia di una gara casalinga, rispetto ad analogo rilevamento effettuato prima di un match esterno. Una soglia di insicurezza, insita in chi si prepara a giocare lontano dal proprio pubblico, da superare anche attraverso un lavoro specifico da parte dell’allenatore, basato sull’assimilazione di un’uniformità prestazionale nell’approccio mentale alla partita, che si giochi in casa oppure in trasferta.