L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul caso dell’atletica leggera e lo stadio di Jacobs.
Alle quattro e mezza del pomeriggio, ieri, lo stadio “Francesco Ghizzi” era praticamente deserto. Doveva esserci il primo allenamento stagionale del corso di atletica per i ragazzi di Desenzano, come ogni anno dal 1990 quando il centro fu inaugurato. E invece la pista a otto corsie su cui Marcell Jacobs ha mosso i primi velocissimi passi è rimasta vuota, allagata dalla pioggia, sgretolata da decenni di incuria.
Altro che effetto Tokyo: a casa dell’oro olimpico dei 100 metri, l’atletica è ferma. «Ci spiace, ma non siamo potuti partire. Io sulla carta vetrata i bambini non li faccio correre, un inciampo e finiscono al pronto soccorso. E la squadra di calcio, sport di viziati, non ci consente di calpestare il prato di gioco», sbotta Adriano Bertazzi, allenatore della Pro Desenzano, tanto dolce coi bambini quanto polemico con istituzioni e dirigenti del Calvina Desenzano. Il club gioca in Serie D, sogna la C e nel 2019 si è visto assegnare con bando il campo di calcio, promettendo investimenti e trasformando l’atletica da condòmino a ospite. «Possono usare gratis pista e spogliatoi, ma se vogliono correre in campo, paghino», dice Stefano Tosoni, direttore generale della squadra.