L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle dimissioni di Gaetano Miccichè da presidente della Lega di Serie A. Ecco quanto riportato: “«Non voglio entrare nel merito dello svolgimento dell’assemblea. Non ero presente. Leggo solo un verbale firmato per accettazione da tutti gli azionisti presenti alla riunione alla quale hanno partecipato anche professionisti autorevoli e competenti che nulla hanno avuto da eccepire. E successivamente abbiamo preso solo delibere all’unanimità», scrive il banchiere palermitano nel comunicato al quale affida tutta la sua amarezza. Miccichè, che fino a lunedì sera non sembrava intenzionato a lasciare, ha cambiato idea ieri dopo le ennesime indiscrezioni intorno all’indagine della procura federale sulla regolarità della sua elezione, avvenuta a scrutinio palese anziché segreto, come prevede lo statuto della Lega, nel timore che qualche presidente non avesse scritto il suo nome sulla scheda, facendo venire meno l’unanimità necessaria a sanare il conflitto di interessi di Miccichè, componente del cda di Rcs Media-Group di Urbano Cairo. Decisivo un incontro, ieri mattina a Milano, con Giovanni Malagò che da commissario della Serie A aveva proposto Miccichè alla presidenza di Via Rosellini e aveva guidato i lavori dell’assemblea incriminata. Poco dopo sono arrivate le dimissioni. Il presidente del Coni ha difeso il numero uno di Banca Imi: «A venti mesi dal voto questa situazione non è certo normale». Miccichè potrebbe avere pagato proprio la vicinanza a Malagò, al centro della grande battaglia sullo sport italiano che coinvolge governo, partiti e federazioni. Tra quelle più ostili a Malagò c’è la Figc di Gravina. Ed è stata proprio l’inchiesta della Procura federale l’arma brandita dagli avversari di Miccichè — guidati da Lotito e Preziosi — per spingerlo a gettare la spugna. Un altro fronte è quello dei diritti tv 2021-24 con il lungo duello tra Sky e Mediapro (rappresentata in Italia da Marco Bogarelli). Gli oppositori di Miccichè in Lega spingono con decisione per lo sbarco del gruppo di Barcellona in Serie A. Ma ultimamente Miccichè sembrava meno freddo verso l’azienda di Jaume Roures. Anzi, aveva addirittura rassicurato i club sulla solidità finanziaria di Mediapro. Domani il Consiglio Federale avvierà la procedura di modifica dello statuto della Lega in vista della nuova assemblea elettiva della Serie A, convocata per il 2 dicembre. C’è un buco evidente nell’attuale regolamento che affida all’ad (De Siervo) il compito di governare il voto, ma delega le funzioni del presidente dimissionario al vicepresidente, una carica che non è mai stata nominata in Via Rosellini. La Figc potrebbe sanare questa lacuna mettendo in campo un commissario ad acta. Nei prossimi giorni sarà più chiaro se Miccichè passerà al contrattacco: dopo l’apertura dell’indagine si era definito «parte lesa»”.