L’edizione odierna della “Repubblica”, parla anche del calcio femminile a Palermo. Sono infatti sessantuno le giocatrici della squadra rosanero divise in tre squadre, Under 12, 13 e 14, ragazze che sognano un giorno di giocare un Mondiale. La Federcalcio dal 2015/2016 ha imposto di tesserare ogni anno almeno 20 giocatrici Under 12 per dar spazio al movimento calcistico femminile ed il Palermo ha portato avanti il progetto. Le giovanissime rosanero giocano in tre campionati differenti e a volte si trovano a dover anche affrontare squadre composte da ragazzini, seppur più piccoli di età, visto che non esistono ancora campionati interamente femminili. Ognuna delle tre selezioni giovanili ha il proprio allenatore, mentre staff tecnico e medico sono condivise da tutte e tre le squadra. C’è il dirigente accompagnatore Biagio D’Angelo, la psicologa Ornella D’Aiello, il medico sociale Claudia Giordano e la fisioterapista Lucia D’Aiello. L’Under 14 è guidata da Roberto Magliocco, l’under 13 da Antonio Livolsi e infine l’Under 12 è affidata a Paola Di Fiore, ex capitano della Ludos. «Rispetto ad altre società – ha detto il segretario del settore giovanile Lorenzo Farris – stiamo costruendo il nostro settore femminile di anno in anno. Milan o Fiorentina hanno comprato il titolo sportivo di club già esistenti e hanno demandato tutto, gestione compresa, a chi faceva già attività sul territorio. Il processo è lanciato, la strada è quella di arrivare ad avere una prima squadra». Tra le baby rosanero, ad essersi messa maggiormente in mostra c’è Simona La Rosa, classe 2004, già convocata dalla Nazionale Under 15 per il prossimo raduno di Tirrenia. Il 21 marzo prossimo, l’Under 14 affronterà il Catania nel derby d’andata valido per il campionato Under 15 nazionale. Alle ore 17 le rosanero affronteranno al comunale di Belpasso la squadra etnea: «Le ragazze non stanno nella pelle – ha detto il responsabile del settore giovanile Sandro Porchia – se anche certi ragazzi avessero l’indole delle ragazze sarebbero fortissimi: non vogliono mai perdere, hanno un agonismo incredibile. Quando affrontano i ragazzini moltiplicano le loro forze. E, cosa più importante di tutte, si divertono. Siamo al terzo anno del nostro percorso femminile, per noi era tutto nuovo e non sapevamo il tipo di risposta che avrebbero dato le ragazze. Rispetto a una scuola calcio il nostro è pur sempre un ambito professionistico: durante la settimana il lavoro è di altissimo livello sia dal punto di vista tecnico-tattico che agonistico. È per queste basi che si può pensare a una possibile prima squadra».