L’edizione odierna de “La Repubblica” attraverso un articolo a firma di Tullio Filippone dedica ampio spazio alla questione “Renzo Barbera” con il Comune a corto di fondi per il restauro dell’impianto.
Palermo-Bari, settimo minuto di gioco. Brunori prova un pallonetto dalla distanza che si trascina dietro il boato di stupore del “Barbera”. Peccato che centinaia di tifosi abbiano perso questa azione, perché erano bloccati in viale del Fante davanti ai tornelli guasti. Altri, in curva Nord, si sono imbattuti nei bagni guasti. Basterebbero queste due immagini per descrivere il declino inesorabile del “Renzo Barbera”, uno stadio che cade in pezzi ed è aperto solo perché il Palermo da due anni mette delle toppe a sue spese.
Perché l’impianto è prigioniero di un vicolo cieco: il Comune non ha soldi per ristrutturarlo e nemmeno per garantire la manutenzione di un faretto e il concessionario, uno dei gruppi più ricchi del mondo che ha dato prova della volontà di investire, non può che mettere periodicamente una pezza. Per capire quanto sia disastrosa la condizione di uno stadio che il 22 maggio compirà 34 anni dall’inaugurazione del 1990, prima dei Mondiali delle “notti magiche”, basta una cifra: 3 milioni. Tanto costerebbero secondo alcune stime approssimative tutti gli interventi per adeguarlo alla sopravvivenza. Per rinnovarlo e ammodernarlo ce ne vorrebbero molti di più.