L’ex presidente del Palermo Paul Baccaglini, durante la giornata di ieri, è tornato a Palermo per le questioni giudiziarie che stanno attorno al club rosanero. Ne parla nello specifico l’edizione odierna de “La Repubblica”: “Paul Baccaglini è tornato a Palermo. L’ex presidente della società di viale del Fante è stato sentito ieri pomeriggio come persona informata dei fatti dalla procura di Palermo, nell’ambito dell’indagine che vede indagato il proprietario del club rosanero Maurizio Zamparini e altre sette persone. Per i sostituti procuratori Francesca Dessì, Andrea Fusco e Dario Scaletta, coordinati dall’aggiunto Salvatore De Luca, le ipotesi di reato sono sei: appropriazione indebita, riciclaggio, impiego di fondi di provenienza illecita, autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte e falso in bilancio aggravato dalla transnazionalità.
Oltre a Maurizio Zamparini sono indagati suo figlio Diego Paolo, l’ex presidente del collegio sindacale del club rosanero Anastasio Morosi, la segretaria di Zamparini Alessandra Bonometti, Domenico Scarfò, Rossano Ruggeri, il presidente e il consigliere delegato di Alyssa, la società riconducibile a Zamparini che ha acquistato la Me-Pal e il marchio rosanero, il belga Luc Braun e il lussemburghese Jean Marie Poos.
L’indagine è stata aperta nel marzo dello scorso anno e ha portato al blitz del 7 luglio in cui i militari del nucleo tributario della guardia di finanza di Palermo ha sequestrato tutta la documentazione contabile e finanziaria della società. Comprese le carte degli accordi che hanno poi portato Baccaglini ad assumere la carica di presidente il 6 marzo pur non avendo la proprietà del club.
Le luci della ribalta negli ultimi mesi sono rimaste accese sulla vicenda dell’istanza di fallimento. Ma parallelamente in procura si è continuato a lavorare sul filone “ penale” dell’indagine che riguarda i conti del Palermo. Negli ultimi mesi sono stati diverse le persone ritenute informate dei fatti che sono state sentite in procura, fra questi anche Angelo Baiguera, l’ex executive manager e braccio destro di Maurizio Zamparini prima e di Paul Baccaglini poi.
Non trapela nulla sul contenuto dell’incontro fra gli inquirenti e il trader italoamericano che voleva acquistare il Palermo. Proprio le carte relative agli accordi sottoscritti da Baccaglini e Zamparini in cui si stabilivano tutte le fasi del passaggio di proprietà sono state al centro di uno scambio di accuse fra i due. Zamparini ha sempre sostenuto che la verità sul mancato closing sarebbe emersa proprio dalle indagini della procura palermitana. Al punto che, in un comunicato del Palermo dopo la perquisizione, Zamparini diceva «sono sicuro che gli inquirenti, avendo requisito tutti i documenti relativi alla storia Baccaglini, si renderanno conto che io ho sempre affermato la verità, con un mio unico torto: aver creduto ad interlocutori che nei fatti hanno disatteso tutti gli obblighi contrattuali».”