“Nel conclave che stamattina all’Hilton di Fiumicino eleggerà il nuovo capo del calcio italiano, Carlo Tavecchio entra da papa, forte di una maggioranza poco ampia eppure coesa, sicuro di resistere al venticello che ieri sera dava Andrea Abodi in forte rimonta. Nessuno avrà il quorum nelle prime due votazioni (75% e 66%). Le proiezioni accreditano Tavecchio di un consenso fra il 52 e il 55%: se non si consumerà un clamoroso tradimento nell’urna, il presidente uscente verrà rieletto alla terza tornata, quando è sufficiente la metà più uno dei voti validi. Sarà un duello sul filo dell’equilibrio e dei nervi e questo spiega la cautela dei due schieramenti nell’ora della veglia. La palla è in mano a 279 delegati, in rappresentanza delle sette componenti della Federcalcio che hanno un peso specifico diverso: 12% la A, 5% la B, 17% la Lega Pro, 34% la Lega dilettanti, 20% i calciatori, 10% gli allenatori, 2% gli arbitri. Per effetto del complicato sistema di ponderazione, i voti totali espressi sono 516. I club professionistici si esprimono singolarmente, le altre componenti attraverso un numero diverso di delegati. Nell’agosto 2014, nelle elezioni anticipate causate dalle dimissioni di Giancarlo Abete dopo il Mondiale in Brasile, il futuro presidente della Figc si presentava reduce dalla gaffe su Opti Pobà ma con il sostegno delle quattro leghe e l’opposizione fiera delle componenti tecniche. Contro Demetrio Albertini, vinse col 63,63% al terzo scrutinio. Ora il rimescolamento delle posizioni getta un’incognita sul voto. Il fronte di Tavecchio si basa su tre pilastri. Primo: la regia di Claudio Lotito che gode di un ampio credito nella Lega di A (però spaccata, al punto da non aver eletto ancora il successore di Maurizio Beretta) e di un’influenza non trascurabile nelle altre categorie, essendo anche patron della Salernitana. Secondo: la pax imposta in Lega dilettanti dove, scongiurata la frattura interna, è stato indicato come candidato unico Cosimo Sibilia, uomo di riferimento del presidente del Coni Giovanni Malagò. Sibilia è già un possibile candidato per la Federcalcio nel 2021 e si è speso per l’unità dei dilettanti a sostegno di Tavecchio. Terzo: l’appoggio di Renzo Ulivieri, assolutamente indispensabile. Il democristiano Tavecchio, 73 anni, che da sindaco di Ponte Lambro si vanta di aver fatto per primo l’accordo con la sinistra, ha spostato dalla sua parte le simpatie di un tecnico comunista, spaccando l’unità sindacale fra allenatori e calciatori. Abodi, romano, 57 anni domani, ex militante di destra, ha annunciato la sua candidatura solo tre settimane fa, e nel 2014 sosteneva Tavecchio. Ha dalla sua i calciatori e un’ampia maggioranza in B e Lega Pro. Per vincere, deve conquistare una buona fetta della A, strappare delegati fra allenatori e dilettanti e, forse, conquistare il voto degli arbitri. Una incredibile rimonta, come capitò nel 2013 al Coni a Malagò, suo compagno di circolo all’Aniene”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.