Repubblica: “I tre moschettieri del Palermo che parla in dialetto: Accardi, Fiordilino e La Gumina in campo a Brescia: «Giocare per la squadra del cuore ti dà qualcosa in più»”
“I tifosi lo rivendicano spesso e i giocatori lo promettono sempre. È il senso di appartenenza ed è una delle armi tirate sempre più spesso in ballo dall’allenatore del Palermo Bruno Tedino e dal direttore sportivo Fabio Lupo. Ha fatto riferimento all’attaccamento alla maglia persino il patron Maurizio Zamparini quando ha detto che lui può essere contestato, ma che proprio non capisce chi se la prende con la squadra della propria città per attaccare lui. Fra i giocatori rosanero il tema del senso di appartenenza ritorna spesso. I nuovi arrivati citano spesso questo concetto in conferenza stampa. Ma nessuno più dei tre palermitani in rosa può dire di provare questo sentimento. Per Andrea Accardi, Luca Fiordilino e Nino La Gumina la lunga rincorsa per un posto in squadra è iniziata in ritiro. Se fosse un talent musicale si direbbe che loro alla fine hanno dimostrato di avere il famoso X-Factor, invece è calcio e tutti e tre hanno messo in mostra tutta la palermitanità di cui dispongono. «Giocare nella squadra della mia città è un’emozione particolare – dice il difensore Andrea Accardi – con Fiordilino e La Gumina siamo cresciuti insieme e ritrovarci in prima squadra è davvero bello. Era un sogno che adesso è diventato realtà». «Fare dai pulcini fino alla prima squadra è stato un percorso bellissimo – lo incalza il centrocampista Luca Fiordilino – speriamo che la nostra amicizia e il fatto di essere anche compagni di squadra possa continuare ancora a lungo». Accardi e Fiordilino si raccontano nel corso di un’iniziativa social lanciata dall’ufficio stampa del Palermo che coinvolge i tifosi. Nino La Gumina è il protagonista del “Palermo fooball tour”, una serie di interviste che il club realizzerà nei luoghi storici della città. L’attaccante sarà il primo a parlare di sé e lo farà fra le bancarelle del mercato del capo. Nello spogliatoio si parlano tantissime lingue, ma il sottofondo del dialetto siciliano è sempre presente. Se n’è accorto anche l’ultimo arrivato, l’agrigentino di Palma di Montechiaro Gaetano Monachello («scherzare con il magazziniere nella lingua della tua terra non ha prezzo», ha detto) e ha deciso di cavalcare la palermitanità anche l’area comunicazione del club con iniziative che sottolineano sempre più spesso accento e dialetto. Non una questione da poco, visto che in viale del Fante fino a qualche tempo fa il solo essere palermitano spesso non era proprio una qualità da mettere a frutto. «Sono sempre stato tifoso del Palermo – dice Accardi – andavo in curva e ho sempre seguito la squadra. In famiglia tutti da generazioni hanno sempre fatto il tifo per i rosanero. Sono sempre stato abituato a dare il massimo in qualunque squadra giocassi, ovviamente farlo indossando la maglia della squadra per la quale fai il tifo ti fa dare ancora di più». «Giocare per questa maglia – aggiunge Fiordilino – è senza dubbio una cosa in più. È un sogno per dei palermitani come noi giocare nel Palermo». A Brescia tutti guardavano La Gumina. Lui, forse per la troppa voglia di fare, non ha giocato come sa. Però in quella che è la squadra rosanero fra le più straniere di sempre fra i quattordici che hanno giocato sono andati in campo tutti e tre i palermitani della rosa, due addirittura contemporaneamente. «Per me dopo la Coppa Italia è stato l’esordio in campionato – racconta Accardi – ho provato sensazioni uniche, quando Tedino mi ha detto di entrare ho pensato ai tanti momenti che ho vissuto con le giovanili. All’inizio ho avuto anche i brividi, ma una volta in campo ho pensato solo a giocare ». «Sensazioni tante e belle – dice Fiordilino – poi solo concentrazione per fare al meglio il mio compito. Ma di sera prima di dormire non nascondo che ho rivisto l’ingresso in campo e me lo sono goduto tutto».”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.