Repubblica: “I tifosi quasi sollevati: «Per fortuna è finita ma adesso serve un progetto serio»”

VERONA, ITALIA, 07 MAGGIO 2017, STADIO MARCANTONIO BENTEGODI, 35° GIORNATA DI CAMPIONATO SERIE A TIM 2016/2017, INCONTRO TRA LE SQUADRE DEL CHIEVO VERONA E DEL PALERMO, NELLA FOTO:

“«Con questa squadra la serie B era annunciata sin dall’inizio, è finito un ciclo, ma adesso abbiamo bisogno di ripartire dai giovani della Primavera, e, soprattutto, con un progetto serio». Per i tifosi rosanero la retrocessione aritmetica del Palermo, dopo l’inutile pareggio contro il Chievo, è arrivata indolore, quasi come un sollievo, dopo una stagione che tutti definiscono come un calvario. «È stato l’annus horribilis del Palermo, dove la squadra più scarsa di sempre ha collezionato solo record negativi, il ciclo si è chiuso malissimo, ma adesso ripartire dalla B può dare ai rosa una marcia in più patto che dietro ci sia un progetto concreto», dice Adriano Iaria, project manager di 26 anni. «Se io fossi la nuova società ripartirei subito dai nostri ragazzi migliori come Lo Faso, Bentivegna, Pezzella, La Gumina, Fulignati o Alastra, che hanno dimostrato di avere talento, ma soprattutto attaccamento alla maglia – prosegue – purtroppo il Palermo sin dal famoso scudetto Primavera del 2010 non ha mai fatto questo lavoro ». Si aspetta una rivoluzione anche Giuseppe Vassallo, operaio di 38 anni, abbonato da 25 anni in Curva Nord, che chiede più attaccamento alla maglia e rispetto per chi continua a frequentare il “Barbera”. «La retrocessione era scritta sin dall’inizio dell’anno, anche se non capisco davvero il perché, ogni domenica andava in campo un’accozzaglia di giocatori anche se non avevamo nulla in meno rispetto a Crotone o Empoli che ci hanno solo creduto fino alle fine. Adesso – aggiunge – mi aspetto una programmazione serena e spero nel buon esito del closing, anche se l’importante è che sia fatta chiarezza, quello che conta, al di là dei risultati, è il rispetto dei tifosi e della maglia». Silvio Corrao, impiegato di 35 anni, invece, non crede ad una retrocessione programmata. «Retrocedendo perdi da tutti i punti di vista: marketing, biglietti, diritti, svalutazione dei giocatori. Il paracadute è solo una magra consolazione. Con una buona società, un clima sereno, un allenatore tranquillo e libero di lavorare, ci saremmo salvati, anche con questi giocatori», dice Corrao. «Temo che da qui a giugno sarà un susseguirsi di chiacchiere, si rincorrerà questo fantomatico closing, che spero arrivi presto – aggiunge – ma ciò che mi aspetto, è che si metta da parte il gruppo di slavi e di Curkovic e che si punti molto sui giovani in organico e sui ragazzi della Primavera». Tutti, ancora una volta, sono d’accordo sull’esigenza di fare chiarezza e di costruire un progetto a lungo termine. «Il capitolo allenatore è fondamentale, se fossi nei panni della società cercherei sin da adesso un nome ambizioso e giovane che possa sposare un progetto di tre anni, come è stato nel caso di Sarri con l’Empoli o Di Francesco a Sassuolo», dice ancora Adriano Iaria. Mentre per Giuseppe Vassallo, ormai, si tratta di una questione di orgoglio: «È paradossale che in questa città si sia rotto il legame con la squadra, mentre i palermitani magari festeggeranno lo scudetto o la coppa della Juventus, bisogna recuperare un rapporto fondato sul rispetto, io sosterrò la squadra fino alla fine a partire da domenica prossima contro il Genoa, dove sarebbe bello vedere molta gente sugli spalti, anche se mi rendo conto che è molto difficile».”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.