“Delusione, rammarico e un’ultima speranza che si chiama mercato di riparazione. Se la vittoria clamorosa di Genova aveva fatto ritrovare un po’ di ottimismo, il gol di Biraghi in zona Cesarini e il rischio di perdere una partita che sembrava incanalarsi verso il primo successo casalingo hanno fatto tornare i tifosi rosanero con i piedi per terra. «Seguo il Palermo dal 1961 e non abbiamo mai avuto una squadra così scarsa, credo che disputare un girone di andata con un solo punto in casa sia un record mondiale», dice Bartolomeo Prezzemolo, titolare di una salumeria e abbonato in curva Sud. «Al di là di alcuni gol subiti all’ultimo minuto come in questo caso, la squadra ha totalizzato i punti che si meritava, ma non siamo retrocessi, classifica alla mano siamo ancora in gioco, a patto la società intervenga sul mercato per rinforzare la difesa», aggiunge. Non è un mistero che, da mesi, il mercato di gennaio sia il santo a cui tutti i tifosi rosa cercano di appigliarsi. «Queste sono partite da vincere, ma gli ultimi minuti non stati davvero all’altezza, perché la squadra ha bisogno di alcuni innesti di categoria», dice Pietro Genovese che ha visto la partita insieme al figlio piccolo in gradinata. «Abbiamo dei chiari limiti tecnici dal centrocampo in su, ieri l’inserimento di Chochev al posto di Jajalo non ha portato gli effetti sperati e abbiamo abbassato il baricentro concedendo troppi metri ad un Pescara che era venuto qui con un modulo molto prudente – prosegue il direttore finanziario dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello – Diamanti lotta come un leone ma non è ancora in condizioni soddisfacenti e, oltre a un regista esperto, serve un giocatore con caratteristiche offensive che veda la porta e che si possa affiancare in un tridente a Quaison e Nestorovski, che da soli non bastano». Un’analisi tecnica condivisa anche da Pietro Salemi, che era allo stadio in Curva Nord. «Il momento delle promesse e delle scommesse è finito da tempo, per salvarci abbiamo bisogno di rinforzi in tutti i reparti, ma la partita di ieri è la dimostrazione della mancanza di centrocampisti di personalità in grado di tenere la palla sul finale di gara e portare calma, ordine ed esperienza in un momento in cui la squadra doveva solo portare a casa il risultato. Senza di giocatori così è normale che in novanta minuti una difesa come la nostra possa commettere un errore che si paga caro». Eppure, al “Barbera”, per tutta la partita si respirava una nuova aria di entusiasmo. «In curva Nord Inferiore e i tifosi hanno sostenuto la squadra dal primo all’ultimo minuto, se si eccettuano quei 30 secondi finali di gelo assoluto», dice ancora Salemi. E allo stadio era tornato anche Adriano Iaria: «La stagione non è compromessa e forse la sosta arriva come una manna dal cielo per Corini che avrà un po’ di tempo per ridisegnare la squadra – dice il giovane di 26 anni che segue la squadra da Firenze dove lavora per la startup Treedom – La sua mano si è vista nella motivazione e nel pressing alto, ma la costruzione del gioco ancora latita e ci affidiamo troppo a spunti individuali come quello di Quaison. Quando è uscito Diamanti, il Palermo si è intimidito e si è chiuso in difesa giocando con lanci lunghi, a Empoli sarà dura, ma possiamo farcela, a patto di giocarcela senza paura»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.