Il Palermo è a un passo dalla Serie D, dopo il caos per il mancato arrivo della fideiussione le speranze per i rosanero sono ridotte a un lumicino. L’edizione odierna di “Repubblica” evidenzia tutta la delusione dei tifosi che avevano sperato in un finale migliore.«Senta, una domanda, qualcuno vi ha obbligato a comprare il Palermo?». Questa la domanda posta a Salvatore Tuttolomondo da un tifoso, mentre lasciava uno stadio “Barbera” blindato, dopo la conferenza stampa in cui assicurava che la squadra si iscriverà regolarmente in serie B: «Vi lamentate sempre dei debiti della squadra che avete comprato, è sempre questa la vostra premessa prima delle interviste». Il clima è di tensione, i tifosi sono stufi dell’ennesimo caos intorno al Palermo: « È la pagina più umiliante della storia di questa società – dice Fabrizio Lumia, 49 anni, avvocato – È incredibile che i nuovi proprietari si siano ridotti all’ultimo per mandare la pec e la fideiussione bancaria, senza che in questi giorni avessero trovato alcun intermediario credibile. Da avvocato, penso che la Lega non riconoscerà nessuna causa di forza maggiore per il ritardo delle carte. Quelle sono solo i terremoti e le rivoluzioni…». Il pensiero tra i tifosi va al fallimento del 1986: «Perché arrivare all’ultimo minuto a un passo dal baratro? – si chiede Sergio Di Napoli, oculista, 73 anni – Si poteva immaginare che questa società avesse qualche problema, ma non fino a questo punto. Questa notte non ho dormito e mi aggrappo alla speranza, l’ultima a morire per noi tifosi, ma sembra di rivivere un incubo già visto». Se le ricorda bene quelle giornate di fideiussioni attese e mai arrivate, anche Guido Gangitano, fedelissimo rosanero, che da ore si sforza di trovare la quadra in questa storia. «I tifosi sono a terra, non si capiscono molti elementi in questa vicenda – dice Gangitano – Se Arkus ha versato dei bonifici di milioni di euro, come è possibile che non sia riuscita a fornire una fideiussione da 800mila euro e perdere così i tanti soldi spesi?». Si cercano spiegazioni e congetture attorno a tutto questo caos: «A meno che – continua il ragionamento Gangitano – i bonifici di pagamento di stipendi e debiti non siano stati versati. Quel che è certo è che fino al 4 luglio ci aspetta un calvario». Eppure, alcuni avevano creduto che il Palermo potesse voltare pagina. «Non posso credere che la nuova proprietà sia così sprovveduta – dice Valerio Agnesi, 68 anni, presidente della di Scienze di base e applicate dell’Università di Palermo – Non si capisce come si possano perdere in questo modo, hanno sempre fatto chiarezza sul fatto che stavamo rilevando una società piena di debiti e su un futuro senza grandi colpi di mercato». C’è chi, quasi quasi, si augura il fallimento per ripartire da zero, magari con una società solida. «Questi si stanno arrampicando sugli specchi e la Lega calcio non ci perdonerà, le regole sono certe e non ammettono eccezioni – dice Nicola Nicastro, medico di 49 anni – ma non tutti i mali vengono per nuocere, se questa società ripartisse da zero e finisse un’agonia che va avanti dal 2011, magari potrebbe essere rilevata da un gruppo di imprenditori attaccati ai colori del Palermo, che hanno dimostrato serietà e professionalità, come Dario Mirri». Intanto, i rosanero si aspettano un’estate in tribunale: «Alle porte – conclude Nicastro – ci aspetta la lunga estate del calcio italiano dei ricorsi e delle sentenze».