La passione di Dario Mirri mostrata nella conferenza stampa di presentazione di ieri ha già conquistato tutti i tifosi rosanero. Una bella conferenza stampa in un atmosfera di gioia e allegria con tanta voglia di ripartire dopo il disastro degli ultimi mesi in casa Palermo. L’edizione odierna di “La Repubblica” ha analizzato il punto di vista dei tifosi dopo la conferenza stampa di presentazione di Hera Hora la società che ha acquisito il Palermo capitanata da Mirri e Di Piazza. «Si sente da come parla che è un presidente tifoso – dice Carmela Vitellaro – sembra di sentire uno di noi che si è alzato da suo posto in curva e si è messo dall’altra parte della barricata. Finalmente non avremo più un presidente a chilometri di distanza che non vede le partite allo stadio, ma uno che metterà la sciarpa rosanero come noi. Non so se resterà sul serio al suo posto in gradinata visto che forse per ragioni istituzionali qualche volta in tribuna dovrà pure andarci, però l’idea che si farà l’abbonamento in gradinata come un tifoso normale mi piace molto». Ogni notizia o progetto che viene svelato in conferenza stampa è stato accolto fra gli applausi dei tifosi che in un migliaio hanno assistito alla conferenza stampa. Qualcuno ne ha approfittato anche per fare qualche domanda o suggerire qualche giocatore da tesserare. Al punto che l’amministratore delegato Rinaldo Sagramola ha detto scherzando che avrebbe preso nota dei nomi per vedere se troverà qualcuno disposto a indossare la maglia rosanero. «Sarebbe bellissimo – dice Francesco Di Lorenzo – rivedere giocatori che hanno fatto la storia qui e che sono ancora in grado di dare il loro contributo. Sento parlare di Santana, qualcuno durante la conferenza stampa ha fatto il nome di Amauri. Senza volare troppo in alto mi piacerebbe che venisse qualcuno che possa trasmettere ai ragazzi il valore di una maglia storica come quella rosanero». Tra le altre idee, anche quella di fare la presentazione della nuova squadra con una partita amichevole con le vecchie glorie rosanero. L’idea, trapelata nei giorni scorsi, ieri ha assunto i crismi del progetto sul quale stanno lavorando i nuovi dirigenti del Palermo. « Mi piace tantissimo – dice Mirko Giambruno – La proposta di presentare la squadra con un appuntamento così riempirebbe di sicuro lo stadio. Se poi riuscissero a fare uscire dagli spogliatoi i nuovi giocatori insieme con una vecchia gloria sarebbe fantastico. Vedere Zaccardo accompagnare il nuovo terzino destro o Grosso fare altrettanto con il terzino sinistro sarebbe spettacolare. Se davvero riusciranno ad organizzare una cosa del genere non oso pensare alle code per acquistare il biglietto. E se riusciranno a coinvolgere anche Miccoli mi sembra già di sentire il boato che ci sarà non appena uscirà dal tunnel in compagnia del nuovo attaccante del Palermo». Difficile trovare tifosi che non siano rimasti affascinati dalle parole di Mirri, Sagramola e Di Piazza. « Avevo capito che Paparesta non avrebbe messo piede a Palermo – dice Stefano Picone – però se è stato coinvolto da un imprenditore tifoso come Mirri vuol dire che non dobbiamo avere paura di nulla. So che le sue precedenti esperienze non si sono concluse benissimo, ma a Palermo non avrà ruoli di primo piano e non credo che potrà fare danni» . La fiducia che ha la piazza nel nuovo Palermo si capisce anche dalla disponibilità, almeno in questo momento a parole, a sottoscrivere gli abbonamenti. « Non vedo l’ora che presentino la nuova campagna – dice Marcella Buscemi – Mirri ha detto che erano indecisi se prevedere abbonamenti perché non volevano chiedere soldi e fiducia a scatola chiusa. Mi basta la delicatezza che ha il nuovo presidente e proprietario del Palermo per capire che non lasceranno nulla d’intentato per riportare la squadra nei campionati che contano. Mi abbonerò di sicuro » . « Io voglio vedere prima che squadra faranno – dice invece Fabio Messina – fino ad ora ci siamo innamorati ogni volta di chi arrivava a promettere mari e monti. Se la squadra sarà all’altezza mi abbonerò, basta con le parole, voglio i fatti. Noi tifosi non ne possiamo più di delusioni».