L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sui rosanero in tour all’Etihad Stadium.
I rosanero che intonano “Bohemian Rhapsody” dei Queen nello spogliatoio dei campioni del Manchester City. Brunori sotto la casacca di Haaland, Segre sotto quella di Gundokan, Di Mariano, incantato al cospetto della maglia di Joao Cancelo, e Corini davanti alla postazione di John Stones, perché ha il “suo” numero 5. Poi arriva pure la gigantografia di cartone di Pep Guardiola per la foto di gruppo. La gita del Palermo nell’Etihad Stadium del Manchester City sembra uno di quei film inglesi sulla storia del calcio.
Gli attori sono i giocatori rosanero, accompagnati dai bus sotto la pioggia della Northern England. Entrati con i brividi nella hall, dove i vip vedono sfilare gli extraterrestri del calcio prima della partita. Poi guidati nella palestra e nello spogliatoio degli avversari, dipinto di grigio, come il cielo inglese per scoraggiarli. E infine a bordo campo, al cospetto dell’arena che il 2 ottobre ospiterà il derby con lo United.
È tutto un gioco di psicologia lo spogliatoio di Pep Guardiola. A partire dalle foto di una persona cara che ogni calciatore deve appendere al muro e baciare come rituale prima di ogni gara. O dai posti designati in base alla scelta del tecnico catalano, per evitare che si formino delle enclave nazionali: «Ogni cosa qui è psicologia — spiega la guida che conosce ogni anfratto dello Stadium, dove tutto è celeste — Qui c’è l’ufficio di Guardiola, con le sue foto personali: secondo voi quale foto ha incorniciato Pep?». Qualcuno sussurra Messi. La risposta è Johan Cruijff: «Il primo che ha creduto in lui a Barcellona». Ma il Palermo è a Manchester, nel lunapark dei sogni costruito nel 2002 per i giochi del Commonwealth e conv del Comune di Manchester e del club.
Lì, al posto delle terre impervie delle Estlands del Bradford Collier, la vecchia miniera di carbone dell’antica capitale industriale inglese. «Che emozioni anche solo entrare in uno stadio così», dice Ivan Marconi, dopo il tunnel che riproduce per il visitatore i cori dei Citizens. E Claudio Gomes annuisce: «Posso confermare io che ero in panchina contro il Crystal Palace, qualche settimana fa”. Poi tutti nello store ufficiale da mille maglie al giorno: “Queste sono per mio figlio e mio nipote, vogliono la maglia di Phil Fooden», dice Corini con i pacchetti in mano. Oggi l’amichevole con il Nottingham Forest delle due Champions.