L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo e sulla formazione di Corini ormai consolidata.
Se c’è una regola dello sport che dice che la squadra che vince non si cambia, il Palermo ha evidentemente trovato una sua formazione irrinunciabile: il 4-2-3-1 in cui Ranocchia è stato un detonatore. La partita sporca e brutta di domenica ha confermato che in questo momento Eugenio Corini non può rinunciare all’undici dei titolarissimi. Su di loro il tecnico ha costruito le fortune della grande rimonta e senza è naufragato a Brescia, mentre con la Ternana ha pagato dazio per una questione di netto calo fisico. Dopo mesi di prove tecniche, cambi, esperimenti, il Palermo ha trovato una formazione tipo insostituibile dalla cintola in su: cioè dal centrocampo a salire.
In sostanza non si può più fare a meno di una linea mediana con Claudio Gomes a fare da regista basso e incontrista a protezione della difesa, al fianco di Jacopo Segre, che spesso si inserisce e spacca il centro del campo con le sue incursioni. Davanti a loro, sulla trequarti, ma sostanzialmente che jolly a tutto campo c’è Ranocchia: uomo in più in attacco, a ridosso della punta, trequartista che balla tra le linee e an he regista avanzato quando va gestito il pallone. Allo stesso modo, per una questione di equilibrio e rendimento, Di Mariano è diventato titolare fisso al posto di Insigne.
Il numero 10 palermitano, da quando è tornato in auge, ha sfornato 5 assist in 9 partite e molte prestazioni in cui si è sacrificato all’occorrenza nel pressing e nelle chiusure difensive. Dall’altra parte Di Francesco è il titolare fisso. E l’altra novità è chiaramente Diakité sulla fascia destra. Con questa formazione – Pigliacelli, Lund, Ceccaroni, Nedelcearu, Diakitè, Gomes, Segre, Ranocchia, Di Francesco, Di Mariano e Brunori – Corini ha messo la striscia di 4 vittorie e un pareggio, che lo avevano rimesso in corsa per il secondo posto. Poi è arrivato lo shock di Cremona e il crollo psicofisico contro la Ternana, nella settimana con tre partite in cui i titolarissimi sono andati in affanno dal punto di vista atletico. Ed è bastato cambiare gli interpreti con Graves, Marconi, Coulibaly ed Henderson gettati nella mischia a Brescia per incappare in una partita disastrosa. Poi con il ritorno della formazione dei titolarissimi è arrivata la classica vittoria di “corto muso” a Lecco, con una brutta prestazione.