Repubblica: “I rosanero ripartono con il dilemma del rigorista”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo e il dilemma del rigorista.

L’eterno ritorno dell’uguale. Se il film dell’esordio del Palermo a Bari avesse un titolo, questo è il più appropriato, perché nei 113 minuti del San Nicola si sono materializzati i fantasmi dell’anno scorso. A partire dall’incubo dei calci di rigore in cerca d’autore, dalla difficoltà di imprimere una svolta nei momenti chiave, dai black-out del centrocampo e dai meccanismi offensivi da rivedere del tridente d’attacco.

Il primo simbolo è quello dei tiri dal dischetto. «Di Mariano è stato l’ultimo rigorista dell’anno scorso e ho pensato di dare continuità», ha detto Corini a fine gara, dando la sensazione che nelle gerarchie il numero 10 sia il prescelto. Peccato che nel precampionato avessero tirato una volta a testa Brunori, Soleri e Insigne, con uno score impietoso, perché l’unico a segnare era stato proprio il capitano rosanero.

Per una squadra che ambisce alla serie A e che ha fallito l’anno scorso ben 5 penalty su 12 — di cui 4 proprio Brunori — questa lacuna va immediatamente colmata perché può risultare decisiva e far guadagnare punti. E soffermandosi sui particolari, sono emblematiche le parole dello stesso Di Mariano, che ieri ha sbagliato il primo rigore in carriera, pronunciate in ritiro: «Sui rigori io sono sempre pronto, ma se Brunori dovesse sentirsi pronto a calciarli è lui il rigorista». Una frase che riascoltata oggi lascia intendere come sulle gerarchie non ci sia una scelta netta.