Repubblica: “I rosa anglo-americani scaldano gli emigrati: «Possiamo sognare»”
“Nonostante i chilometri che li separano dalla città di Palermo, da qualche giorno ci sono tifosi rosanero che si sentono molto più vicini alla loro squadra del cuore. Sono i palermitani che sono emigrati negli States e in Inghilterra che hanno festeggiato forse più di tutti la notizia del passaggio di proprietà del club rosanero al fondo angloamericano. «È un modo per sentirci più vicini alle cose della nostra terra – dice Michele La Tona, titolare di una pasticceria di prodotti tipici siciliani a Miami – devo ammettere che quando ho visto su Facebook un fotomontaggio della bandiera a stelle e strisce con i colori rosanero mi sono emozionato. Per noi che viviamo qui negli States quella bandiera con quei colori ha un doppio significato». La notizia del passaggio di proprietà a Miami, nel locale dove fa bella mostra di sé una maglia del Palermo incorniciata e appesa come un trofeo, è stata festeggiata «ma non dimentichiamo certo quello che ha fatto Zamparini – ci tiene a sottolineare Michele La Tona – dobbiamo ringraziarlo perché prima di lui non avevamo visto mai un certo tipo di calcio. Ha fatto tanto per il Palermo e non dobbiamo dimenticare che non ci saremmo mai potuti prendere determinate soddisfazioni come i nostri rosanero diventati campioni del Mondo». Nella pasticceria, dove va a fare colazione anche l’ex difensore di Lazio e Milan e allenatore del Miami Alessandro Nesta, quando ci sono le partite del Palermo non ci sono altri campi che tengano: l’apparecchio resta acceso sui rosanero. «A Miami non ci sono tanti palermitani – dice Michele – però quando ci sono partite importanti la gente viene qui a vedere il Palermo. Nell’ultimo periodo non sono stati tantissimi, ma adesso che la società è passata agli americani magari verrà più gente». Rispetto a Miami a New York ci sono più palermitani. «E qui sono tutti tifosissimi del Palermo – dice Pierpaolo Desi poco prima di prendere la metro nella Grande mela – la tazza che usa mio figlio di tre anni l’ho comprata al Palermo Store, è rosanero e l’ho personalizzata con il suo nome. Ora che vivo in America sono molto più tifoso di quando vivevo in Italia. Vi posso rassicurare che la mentalità pratica degli americani non potrà che fare bene alla squadra. Questa è gente che investe, preferisco un americano a Palermo piuttosto che un cinese. L’americano si innamora, come ha fatto Pallotta a Roma, assaggia lo street food ed entra subito in sintonia con la piazza. E io mi sentirò più vicino alla mia città perché adesso il Palermo sarà anche fra le notizie di sport dei giornali americani». Sono meno lontani in termini di chilometri da Palermo i tifosi emigrati a Londra, ma anche loro hanno accolto nel migliore dei modi l’ingresso di finanziatori inglesi in società. «La squadra resta uno dei pochi legami che abbiamo con la nostra città – dice Vincenzo Sortino, lavapiatti in un ristorante di Londra – negli ultimi anni i tifosi inglesi hanno iniziato a prendermi in giro. In questo mi sentivo a casa come quando da piccolo mi dicevano “Bellu Palemmu chi hai”. Adesso spero che la squadra possa tornare ai livelli del periodo in cui i rosanero espugnavano l’Hupton Park. E soprattutto mi fa piacere pensare che i soldi che spendo qui a Londra possano finire in qualche modo nelle casse della mia squadra del cuore». Non ha ancora smesso di festeggiare Franco Matranga, raggiunto al telefono proprio mentre sta celebrando la notizia con alcuni amici all’Arancina Notting Hill, a Pembridge Road a Londra. «Più che una coincidenza mi sembra un segno del destino – dice il tifoso – sempre grati a Zamparini, ma eravamo arrivati a un punto morto. Adesso questa mi sembra proprio una rinascita. E se penso che il primo Palermo della storia si chiamava Anglo Palermitan Athletic and Football Club capisco come non possa essere una coincidenza ma un segno. Siamo destinati a un futuro radioso come quello che ha avuto il club rosanero in più di cento anni di storia dalla fondazione ai giorni nostri»”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.