L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla lista di 376 boss scarcerati, tutti mandati ai domiciliari per motivi di salute e rischio Covid. Una lista che preoccupa anche i magistrati delle procure distrettuali antimafia, dalla Sicilia alla Lombardia, che continuano ad opporsi al ritorno dei boss nelle loro abitazioni, sollecitando piuttosto il trasferimento in centri medici penitenziari, che peraltro sono strutture di eccellenza della nostra sanità. «Il diritto alla salute è sacrosanto – hanno ribadito nei giorni scorsi i pm di Palermo in un’udienza in cui si discuteva dell’ennesima richiesta di scarcerazione – ma i domiciliari sono assolutamente inidonei per soggetti ad alta pericolosità». Nella lista si trova uno dei boss più pericolosi di Palermo: Antonino Sacco, l’erede dei fratelli Graviano. Gino Bontempo, fino a gennaio dettava legge sui Nebrodi. Dal 41 bis sono usciti solo in tre: il camorrista Pasquale Zagaria, il palermitano Francesco Bonura e lo ‘ndranghetista Vincenzo Iannazzo.