Repubblica: “Heller si racconta «Il mio Trapani regina di Sicilia. Palermo? Avrei voluto affrontarlo in campo»”

L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Giorgio Heller, neo presidente del Trapani: Quando è nata l’intenzione di acquistare il Trapani? «Esattamente un anno fa. Ero in vacanza con mia moglie a Trapani e un paio di amici mi hanno fatto vedere dalla prospettiva giusta questo meraviglioso territorio. Sono stati due promoter eccellenti. Sapevo che la famiglia Morace voleva finire la sua storia nel calcio e l’idea di acquistare il club ha preso subito corpo». I Morace hanno preferito De Simone? «Noi ebrei siamo spesso accusati di rispondere ad una domanda con un’altra domanda. In questo caso, non posso che risponderle di girare alla vecchia proprietà il quesito che lei mi ha posto». Se ho seguito il Trapani? «Sempre con affetto e interesse. Aggiungo, da vero tifoso. Tanto che sono andato a vedere la squadra giocare a Rieti, un lunedì sera, pagando regolarmente il biglietto in tribuna». Poi, un’incursione a Trapani alla vigilia dei playoff. La promessa di un premio promozione da 500 mila euro, che qualcuno ha considerato una pericolosa invasione. «Era un rischio che dovevo correre. Si capiva benissimo come il tempo stesse stringendo e ci sarebbero stati enormi problemi a chiudere l’affare, anche se fosse arrivata la serie B». Catania e Piacenza: due sfide vissute sui nervi… «Viste in tv con gli amici e con grande entusiasmo». Che non le ha tolto, però, la lucidità per firmare un contratto preliminare con De Simone, poche ore prima del ritorno della finale contro il Piacenza. Vicenda complessa, visto che De Simone le chiese successivamente di disconoscerlo, per cedere ad altri il 49 per cento delle quote. «E’ solo uno dei tornanti più pericolosi che abbiamo percorso. La cosa importante è che il venerdì successivo sia giunta la firma definitiva. Già un minuto dopo, quando eravamo ancora dal notaio, mi ero reso conto che avevamo fatto una pazzia. In cui hanno avuto un ruolo determinante anche quattro tifosi giunti da Trapani, bravi a convincere De Simone nel momento in cui sembrava non volesse cedere più. Sembra un film, ma è andata proprio così. Poi c’è stato il lieto fine. Grazie ad Alivision, il socio principale, e agli sponsor trapanesi che ci hanno supportato; anche  alla Liberty Lines. E’ stata fondamentale la sua sponsorizzazione dell’ultimo momento». Il Trapani, dopo la cancellazione del Palermo dalla B, è la regina della Sicilia calcistica. Come si sente in questo ruolo? «Per certi versi, è una spina nel fianco. Sono orgoglioso di questo, ma soprattutto dispiaciuto per Palermo e i palermitani. Sono un tifoso da sempre, so che sofferenze provoca una vicenda del genere. Avrei preferito sicuramente incontrare il Palermo sul campo e che i tifosi non patissero questo». Che Trapani sta nascendo? Mangiarano, ex segretario del Milan, sarà il nuovo direttore generale, mentre Rubino ricoprirà la carica di direttore sportivo. E il tecnico? «I nomi dei due direttori li ha fatti lei, non io. Sull’allenatore, ancora  non mi esprimo. Dipenderà anche dal budget, non ho timori a dirlo. Ma dobbiamo affidare questa squadra a qualcuno che abbia esperienza della categoria (Marino è il favorito, ndr). Non mi sento di affidare il gruppo ad un tecnico che non sappia cos’è la serie B. Magari sarà uno che non è stato nominato fra i papabili». Cosa significa per lei essere presidente del Trapani? «Sono felice e orgoglioso. Negli anni Ottanta, in Curva Sud, al seguito della Roma, tutti sapevano chi fossi. Oggi, mi commuove percepire l’interesse che suscita il Trapani nei miei amici, e in genere a Roma. Di sicuro, saremo una squadra dura ed educata. Che sappia farsi rispettare, ma che abbia un’etica importante. Che sia combattiva e leale. Desidero che in giro per l’Italia vada una squadra che rappresenti degnamente il nome di questa città».