Guerra ai pirati del calcio: scudo di Stato contro il pezzotto
Con l’inizio della nuova stagione di Serie A, torna sotto i riflettori la complessa battaglia contro la pirateria, una piaga che continua a minacciare il mondo del calcio e non solo. Nonostante gli sforzi delle istituzioni calcistiche e delle autorità competenti, la diffusione di contenuti illegali sembra tutt’altro che sotto controllo, alimentata dalle nuove tecnologie che permettono un accesso sempre più agevolato alle partite in maniera illegale.
Le smart TV e altre piattaforme digitali, infatti, hanno reso più semplice per molti utenti accedere alle partite senza passare dai canali ufficiali, con rischi relativamente contenuti. Questo fenomeno non solo danneggia economicamente le leghe calcistiche, ma mette in pericolo l’intero ecosistema sportivo, che si regge in gran parte sugli introiti derivanti dai diritti televisivi.
Secondo quanto riportato dall’edizione odierna de La Repubblica, la Lega Calcio ha recentemente subito una significativa battuta d’arresto nella sua lotta contro la pirateria. Il caso in questione riguarda una sconfitta legale contro Cloudflare, un gigante tecnologico statunitense. La Lega aveva cercato di imporre delle restrizioni più rigide attraverso il Garante delle Comunicazioni (AgCom), nel tentativo di arginare il fenomeno, ma i risultati ottenuti sono stati deludenti.
Di fronte a questa situazione, AgCom ha richiesto l’introduzione di un nuovo strumento anti-pirateria, che si dimostri più efficace rispetto a quelli attualmente in uso. La sfida è quella di sviluppare una tecnologia capace di bloccare con tempestività e precisione la diffusione di contenuti illegali, senza tuttavia compromettere la libertà di utilizzo degli strumenti digitali da parte degli utenti legittimi.
Come scrive Calcio&Finanza proprio in queste ore, l’AgCom sta esaminando alcune app, legittime di per sé, che però finiscono nelle mani sbagliate.Queste applicazioni, comunemente usate per proteggere la privacy online, consentono anche agli utenti che accedono illegalmente ai contenuti di vedere canali pirata in modo anonimo, grazie alla tecnologia di schermatura nota come VPN, già da tempo disponibile sugli smartphone. Il problema è che le VPN stanno ora diffondendosi anche sulle smart TV, offrendo protezione simile a quella utilizzata dagli eserciti, il tutto a un costo molto basso.
In questo contesto, l’AgCom ha focalizzato l’attenzione su un’app specifica per smart TV, sviluppata da una società con sede legale nell’Unione Europea. A partire da settembre, l’Agenzia intensificherà il controllo su due produttori di televisori, cercando di impedire che questa controversa app venga scaricata sui loro dispositivi. Tuttavia, sarà difficile raggiungere questo obiettivo, dato che l’app in sé non è illegale.
La complessità della situazione è evidente nell’ordinanza emessa il 27 luglio 2024 dal Tribunale di Milano. La Lega Calcio aveva presentato un ricorso urgente contro Cloudflare, sostenuto anche da DAZN e Sky. Il ricorso si concentrava su alcune tecnologie di Cloudflare, come le VPN, il CDN, il DNS Autoritativo e il reverse proxy, strumenti tecnicamente neutri ma che possono essere usati anche per scopi illegali, come la creazione di canali pirata. Il tribunale ha però stabilito che non ci sono prove di una complicità consapevole o di responsabilità dirette da parte di Cloudflare nei confronti dei pirati.
Inoltre, la Lega Calcio aveva chiesto che Cloudflare fosse obbligata ad accreditarsi presso lo scudo anti-pirateria di AgCom, utilizzato per oscurare rapidamente le pay-TV illegali durante le partite. Tuttavia, il tribunale ha chiarito che la legge italiana anti-pirateria non conferisce al giudice il potere di imporre tale accreditamento.
Lo scudo anti-pirateria, attivato il primo agosto 2023, sarà presto sostituito da una piattaforma più robusta. L’attuale sistema ha raggiunto il suo limite, avendo bloccato 18.000 pay-TV illegali in un anno, il massimo che poteva gestire. La Consip, su incarico di AgCom, avvierà una gara per selezionare un fornitore privato che realizzi lo “Scudo 2”. Questo nuovo strumento si occuperà di coprire i vuoti normativi presenti e sarà supportato dall’ultimo decreto Cultura del governo, attualmente in fase di conversione, che contiene una norma specifica per sanare queste lacune.