Repubblica: “Gnahorè, il modello è Pogba. Ha la brillantezza di un giovane e la capacità di fare la scelta giusta di un veterano”

L’edizione odierna de “La Repubblica” loda le doti di Eddy Gnahorè, riportando anche le sue parole dette ieri in conferenza stampa. Ecco quanto si legge sul quotidiano:

“Per i tifosi del Palermo Eddy Gnahorè è già diventato il Pogba rosanero. E pazienza se la maggior parte non lo ha nemmeno visto giocare. L’accostamento, del resto, è il primo che viene in mente sia spulciando su internet che vendendolo effettivamente in campo. Classe 1993, testa alta, intraprendenza, visione di gioco, tiro da fuori, lancio lungo e facilità di cambio di passo: tutte caratteristiche presenti nelle relazioni degli osservatori che hanno seguito le partite delle nazionali giovanili francesi, quando il terzetto della linea mediana era formato dal centrocampista rosanero in cabina di regia supportato dalle mezzali Pogba e Kondogbia. Un paragone con il quale lo stesso Gnahorè ha imparato a convivere. «L’ho sentito tantissime volte – dice – è chiaro che mi fa piacere perché lui è un campione. Ma sono solo parole e non ci penso più di tanto». Il suo vero idolo è l’ivoriano Yaya Tourè, non fosse altro perché con lui condivide le origini (ma solo quelle, visto che è nato a Villeneuve-la-Garenne, cittadina a nord di Parigi), ma anche perché un anno dopo l’inizio della sua carriera da calciatore nel Manchester City si trovava ad allenarsi spesso con lui. L’esordio in Inghilterra, però, lo fa con il Birmingham nel 2012, ma quello che doveva essere un trampolino di lancio in realtà si trasforma nell’inizio di un periodo di difficoltà per la rottura del legamento crociato del ginocchio. Lui esce a testa alta da tutti i problemi, l’ultimo che ha avuto è stato l’incidente d’auto che lo ha tenuto fermo praticamente per tutto il 2016. A Torino in Coppa Italia contro il Cagliari ha dato un assaggio delle sue caratteristiche. «Non è che ho fatto la differenza – dice Gnahorè – ho solo cercato di aiutare la squadra. In carriera ho avuto parecchie difficoltà, ma il passato è alle spalle». L’inizio della sua esperienza al Palermo è stato non solo nelle vesti di giocatore, ma anche in quelle di dj in ritiro in Austria. «Ma le casse sono rimaste lì – dice – e qua non ho come mettere la musica negli spogliatoi. Non saprei paragonare il Palermo a una canzone, spero solo che abbia tanto ritmo. Siamo una buona squadra: molti hanno già fatto la serie A. Per vincere il campionato serve una rosa lunga e l’aiuto di tutti». Ha imparato l’italiano negli spogliatoi di Carrarese, squadra che gli ha dato fiducia dopo l’infortunio in Inghilterra, Napoli, Carpi, Crotone e Perugia, club con il quale si è messo in evidenza da gennaio. Volontà e famiglia (è sposato ed è padre di un maschietto) sono gli elementi che riescono a dargli forza. Chi lo ha visto giocare dice che ha la brillantezza di un giovane e la capacità di fare la scelta giusta di un veterano”.