Repubblica: “Gli scontri sull’A1. L’idraulico, il cuoco, il disoccupato le vite nell’orbita della violenza ultrà”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sugli scontri sull’A1.

Lo chef che in curva è un capo, il disoccupato che quando segue la squadra non si separa mai dall’asta della bandiera. Il simpatizzante dell’estrema destra, quello che se ne infischia del Daspo e va in trasferta. Gli specialisti della “caccia all’uomo”, l’idraulico con il coltello e quelli che, nonostante la tessera, se devono picchiare, picchiano. Si mescolano storie diverse. Martino Di Tosto, ad esempio. Ad Arezzo è stato ferito da una coltellata, il suo è l’unico arresto convalidato e il gip ha applicato il divieto di dimora.

Fa il cuoco, ha 43 anni, da circa venti è uno dei leader di “Offensiva”, una fazione della tifoseria capitolina legata all’estrema destra. Nel 2013 era stato identificato durante incidenti contro i tifosi del Verona. A gennaio 2005, durante un Roma-Siena di Coppa Italia, in campo vengono lanciati fumogeni che impediscono di giocare. Francesco Totti va sotto la curva chiedendo di smettere, ma qualcuno del gruppo As Roma Ultras, di cui fa parte Di Tosto all’epoca, lancia una bottiglietta contro il capitano. La cosa crea una spaccatura nella tifoseria che si risolve con un duello alla vecchia maniera: Di Tosto si confronta con un capo dei Fedayn, un’altra sigla ultrà, prendendole di santa ragione.

Fa parte proprio dei Fedayn il 26enne Filippo Lombardi, il cui arresto per i fatti di Arezzo non è stato convalidato dal giudice: nel 2018 viene coinvolto negli scontri a Liverpool prima della semifinale di Champions League. Assolto dall’accusa di aver
partecipato al ferimento del tifoso irlandese del Liverpol Sean Cox, sarà condannato per i disordini all’esterno dallo stadio. Domenica non avrebbe potuto seguire la squadra a Milano: ha il Daspo fino al 2025. Il 41enne Emiliano Bigi fa parte della Brigata De Falchi, un gruppo elitario e “d’azione”, di estrazione popolare, composto da impiegati, artigiani e piccoli professionisti. È un idraulico, la Digos lo ha fermato sul luogo di lavoro, all’indomani degli scontri, sequestrandogli attrezzi e un coltello: in aula, Bigi si è difeso spiegando che non era un’arma, bensì un utensile indispensabile per la sua attività. E il giudice non ha convalidato l’arresto.