“Un compleanno in panchina con la testa alla semifinale di coppa e il cuore sempre rivolto alle vicende rosanero. Festeggerà così oggi il suo quarantacinquesimo compleanno Giovanni Tedesco, bandiera rosanero e oggi allenatore del Floriana a Malta. Alle 17 al Gozo Stadium giocherà contro il Victoria Wanderers nella semifinale della F. A. Trophy, la coppa nazionale maltese. «Che è quasi più importante del campionato – dice Tedesco – a Malta vale quanto il palio per i senesi. Speriamo di giocarci la coppa in finale il 20 maggio ». Tedesco, il cuore però la porta a pensare al suo Palermo. Come ha vissuto la retrocessione? «Sono amareggiato e deluso. Anche se è stata una retrocessione annunciata, scritta a luglio. Non c’è stata una gestione positiva fra cambi di allenatore e diesse. Bisogna ripartire a testa alta tenendo sempre presente che giocatori, allenatori e presidenti passano, ma la maglia resta». Può avere influito in qualche modo l’instabilità dovuta al passaggio di proprietà? «Non credo, visto che Baccaglini è appena arrivato e sta ancora impostando il suo progetto. Le colpe più grandi non credo nemmeno che siano da attribuire al presidente inteso come Zamparini, ma agli uomini che hanno gestito l’aspetto sportivo: penso ai consiglieri, ai direttori sporti e a quelli che sono stati vicini a Zamparini. Non c’è bisogno di fare nomi e cognomi». Zamparini però ha detto che è tutta colpa sua. «Ho avuto modo di conoscerlo bene e ho imparato ad apprezzarne pregi e difetti. Qualsiasi decisione abbia preso, a volte sbagliata, a volte affrettata, l’ha presa cercando sempre di fare il bene del Palermo. Non penso che Zamparini sia un autolesionista. Ma spesso chi gli è stato vicino lo ha portato a sbagliare». Eppure l’anno scorso Zamparini non le ha dato piena fiducia: poteva affidarle la guida della squadra e non lo ha fatto. «Ma gli ho voluto bene e quando ho capito che non potevo dare niente al Palermo perché non mi era permesso ho preferito lasciare. E non fare come tanti che vivacchiano sulle spalle del Palermo. Non è nel mio Dna approfittare delle situazioni. Per me non esiste. Ho lasciato perché non mi sentivo utile. Potevo restare in rosanero sin dal momento in cui ho smesso di giocare, ma sono ambizioso e non “leccaculo” come tanti. Volevo provare a seguire la mia strada ». Palermo-Genoa: rosa in B e rossoblù che provano a evitare la retrocessione. Da doppio ex quanto le dispiace vedere così poco in palio in questa gara? «Quello che hanno raccolto è il frutto di un progetto e di una gestione sportiva simile. Se fossi ancora un giocatore rosanero questa partita la interpreterei come se fosse la partita della vita. Sono già in B, ma voglio ripartire da qui e dimostrare nelle partite che mancano che voglio rimanere: ecco che farei se fossi un giocatore del Palermo. Però, purtroppo, io e i giocatori del Palermo non abbiamo lo stesso carattere. Dovrebbero ringraziare Santa Rosalia per il semplice fatto che indossano la maglia rosanero». Che idea si è fatto di Paul Baccaglini? «Non saprei, inutile usare giri di parole. I palermitani non sono stupidi. La sensazione è che ci sia dietro sempre Zamparini. E per me non è un male: ha ancora la forza imprenditoriale per riportare in alto il Palermo. Se vuole, vince il campionato di B in sei mesi e a gennaio festeggia già la promozione. Per il resto non resta che aspettare e vedere come va a finire. Per il momento Baccaglini non si può giudicare»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.