George Puscas è stato l’uomo del match contro il Lecce. L’attaccante rumero al suo primo pallone toccato ha siglato la rete del 2-1 che ha permesso ai rosanero di conquistare i tre punti. Proprio Puscas è stato il protagonista della conferenza stampa di ieri. Di seguito le sue dichiarazioni riportate da “Repubblica”:
“Tre minuti. È quanto ha impiegato George Puscas per entrare in campo e lasciare il segno.
«Ma se Trajkovski non fosse caduto – dice ridendo l’attaccante rumeno – mi sa che non me l’avrebbe passata mai, Meno male che è caduto». Puscas, come è riuscito a entrare così presto in partita?
«Quando entro in campo sono sempre molto carico, sia che giochi dall’inizio, che nel secondo tempo o per gli ultimi dieci minuti. Per la passione che ho dentro è normale che quando tocco l’erba mi scatta la voglia e la rabbia per fare gol. Sentivo che la palla poteva arrivare lì, questa è una mia qualità. Appena ho visto come si stava sviluppando l’azione sono andato incontro pronto per tirare, ho calciato forte ed andata bene».
Si è chiesto come mai è riuscito a segnare solamente alla settima partita? «Non chiedetelo a me, non lo so nemmeno io. Fa parte del gioco. Ovviamente volevo sbloccarmi dal primo secondo della prima partita, ma se è successo solamente adesso per me è lo stesso. L’importante è che abbiamo vinto e che in classifica siamo lì dove dobbiamo essere. Sono contento per il gol che ho aspettato tanto e anche perché è servito per vincere su un campo difficile. Forse è stato necessario compiere dei passi prima di trovare la rete: sono arrivato più tardi rispetto agli altri, non ho fatto il ritiro e sono entrato in condizione dopo».
Stellone ha anticipato un turnover continuo. Come le ha spiegato che potrebbe anche non giocare? «L’allenatore non lo ha detto solo a me, ma a tutta la squadra sin dal primo momento in cui è arrivato a Palermo. Ma non occorreva nemmeno dirlo. Sappiamo che siamo in tanti, siamo un grande gruppo, ci sono giocatori importanti. Tocca a noi fare vedere in campo che tutti siamo all’altezza per fare vincere la squadra».
Per tutto l’inizio del campionato sembrava che lei e Nestorovski non poteste giocare insieme. «Per me non c’è mai stato un problema di coesistenza. Con Nestorovski, ma anche con Moreo o Trajkovski mi trovo bene, non ho mai avuto problemi a giocare in una squadra con due punte. Anche perché chiunque va in campo sa bene cosa deve fare e se si conoscono i concetti giusti non possono esserci problemi».
È un caso che lei si sia sbloccato subito dopo avere trovato il gol in nazionale? «Penso di no. Anzi mi è servito molto giocare con la nazionale, mi carica sempre tanto. E poi sono stati gol importanti, perché sono serviti per passare il turno al primo posto del girone. È stata una grande gioia. La Romania è da venti anni che non va all’Europeo. Potete immaginare la gioia che abbiamo provato».
È un vantaggio avere un ex attaccante come allenatore? «È molto importante e l’ho notato subito. Mi ha dato consigli preziosi e l’ho apprezzato molto. Stiamo crescendo allenamento dopo allenamento e riusciremo ad arrivare in alto. Adesso serve mettere insieme più vittorie di fila per prendere fiducia»”.