L’edizione palermitana de “La Repubblica” si sofferma sulla sconfitta del Palermo in casa del Genoa.
Gudmundsson è tanto difficile da scrivere quanto da controllare in campo. Sì, perché è l’islandese che ferma la striscia positiva del Palermo che perde 2 a 0 contro il Genoa e interrompe il suo momento positivo che durava da nove partite. Una sconfitta nella quale, risultato a parte, non è tutto da buttare. Infatti c’è un Palermo pre e un Palermo post gol del Genoa. La prima è una squadra timorosa, rinunciataria, che prova a fare gioco e non ci riesce.
Una squadra, sì ordinata, ma sicuramente poco pungente. Di Mariano prova a dare vivacità sulla fascia senza riuscirci sino in fondo, Brunori è troppo isolato in avanti e preda dei difensori avversari che hanno buon gioco sui palloni lunghi. Soprattutto Damiani sembra un pesce fuor d’acqua che si sistema davanti alla difesa senza però risultare decisivo e, di contro, con poche idee in fase offensiva. Così il Genoa ha campo libero per fare la partita. Fa girare la palla, cerca le iniziative centrali e quelle sugli esterni.
Ha in Sturaro il suo punto di riferimento a formare un terzetto di tutto rispetto con Aramu e Badelj. Il risultato è che dopo la prova generale al ‘18 con Sala che anticipa Coda sulla linea sul tiro di Sabelli, arriva la rete del vantaggio. La segna Gudmundsson con un’azione personale favorita da una retroguardia rosanero molle. Il tiro dell’islandese baia il palo e s’infila alle spalle di Pigliacelli Il Palermo si deve mangiare le mani e recriminare per un pareggio che alla fine avrebbe meritato nonostante il solito Gudmundsson, sempre lui, sfiora il raddoppio poi siglato da Jegiello. Se quello di Genova era un esame si può dire che il Palermo non è bocciato, ma semmai rimandato. Rimandato a sabato prossimo quando al “Barbera” arriverà la capolista Frosinone.