L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Genoa e sull’ipotetico nuovo ds.
C’è una spiegazione se, nel loro approccio con il popolo rossoblù, i nuovi proprietari del Genoa non hanno sbagliato neanche una mossa. Tutto perfetto, nemmeno un aggettivo fuori posto nei comunicati stampa di presentazione. Hanno saputo toccare le corde giuste di un tifoseria orgogliosamente fiera della propria storia anche perché c’è stato chi gli ha fatto un corso accelerato di genoanità.
Il closing è previsto per venerdì 15 ottobre, successivamente arriveranno le dimissioni di Preziosi da presidente e la nomina del nuovo presidente che sarà Blazquez o in alternativa un genovese- genoano che sia figura di prestigio ed estremamente rappresentativa. Ma il vero nodo è la scelta del manager demandato ad elaborare le strategie sportive, qualcosa più che un semplice direttore sportivo. E’ un ruolo estremamente ambito ed in molti si sono fatti avanti. Sono arrivate candidature anche dall’estero. Per esempio quella del portoghese Luis Campos che, dopo aver deciso di non fare più l’allenatore, era stato al Real Madrid con Mourinho e successivamente si era trasferito in Francia prima al Monaco e poi al Lilla.
Ebbene Campos ha fatto recapitare il messaggio che al Genoa lui verrebbe di corsa. E gli italiani? In un primo tempo sembrava che quella poltrona fosse destinata a Sean Sogliano, ma poi è spuntato il veto di Preziosi per vecchie ruggini col padre. Chiamatosi fuori Sabatini, resta in lizza Petrachi che ha un contenzioso con la Roma simile a quello che aveva avuto Faggiano col Genoa ed ha ora Osti con la Sampdoria, e che sarebbe ben lieto di mettersi tutto alle spalle e rituffarsi nel lavoro.