Repubblica: “Genoa è la partita del paracadute, ma al Palermo andranno in ogni caso 25 milioni. Gli altri 15…”
“Per qualcuno è “la partita del paracadute”. S’è fatto tanto parlare negli ultimi tempi, e spesso anche a sproposito, del contributo che la Lega di Serie A riconosce alle squadre retrocesse in B, per evitare che la caduta sia troppo dura dal punto di vista finanziario, perché chi retrocede si porta dietro contratti onerosi e spesso pluriennali che certamente un club di serie B non si può permettere. E a quel punto sarebbe messa a repentaglio la sopravvivenza del club. Il meccanismo è chiaro, anche se c’è chi ne ha dato una interpretazione poco corretta e anche maliziosa. Nel 2016, su pressione tra gli altri proprio del presidente genoano Preziosi, il paracadute era stato raddoppiato passando da 30 a 60 milioni complessivi. E fu stabilito che venissero così ripartiti: 25 milioni di euro per le squadre che sono da tre anni in serie A negli ultimi quattro, 15 milioni di euro per le squadre che sono da due anni in serie A negli ultimi quattro, 10 milioni di euro per le quadre che sono da 1 anno in serie A. Insomma, il Palermo prenderà 25 milioni di euro sia che il Genoa si salvi sia che retroceda. La differenza è che nel caso in serie B ci dovesse finire anche il Genoa non ci sarebbe “resto” perché con 25 milioni a testa a Palermo e Genoa e 10 al Pescara verrebbe toccato il tetto dei 60 milioni. Nel caso invece che a retrocedere dovesse essere il Crotone ci sarebbe una quota residuale di 15 milioni che l’anno prossimo verrebbe destinata al club retrocesso con tre anni di anzianità in serie A (il Palermo ha questo requisito) nel caso in cui questo non venga immediatamente promosso. Insomma, un discorso ipotetico. E nei piani dei nuovi dirigenti della società rosanero c’è un immediato ritorno nella massima serie. Anche perché a fronte dei 30 milioni di diritti tv che spetterebbero al Palermo in serie A non c’è paracadute che tenga. Il Genoa è pronto per la partita che non può sbagliare. Le ore a Torre del Grifo sembrano non passare mai. Se quello del presidente Preziosi, dopo la sconfitta col Chievo, voleva essere un monito, ci penseranno due volte i giocatori genoani prima di farsi nuovamente mandare in ritiro. La clausura a Torre del Grifo sembra non finire mai, dopo la grande festa di mercoledì sera per i 31 anni di Veloso, ieri l’unico momento di distrazione è stata la partita che, su uno degli splendidi campi dell’impianto di proprietà del Catania, hanno giocato per beneficenza attori, cantanti e ed ex calciatori siciliani. Il personaggio più conosciuto era Totò Schillaci, l’eroe della “Notti magiche” che Scoglio ai tempi del Messina con una delle sue splendide metafore aveva definito “uno straordinario giocatore di pallone ma non di calcio” per sottolineare quanto fosse istintivo e poco inquadrabile negli schemi. Juric vuole che domani, nella partita che vale un campionato, tutti i suoi giocatori abbiano il furore agonistico di Schilaci ed i suoi occhi spiritati. La formazione è fatta, inutile rischiare un recupero di Simeone. Tanto più che Pandev, tre gol in quatto partite, è in un momento di grazia. In difesa con Burdisso e Izzo squalificati e Orban in Argentina le scelte di Juric sono obbligate: il centrale sarà Munoz con Biraschi e Gentiletti ai lati. A proposito di Orban, questo suo improvviso viaggio in patria senza ritorno, nel momento decisivo del campionato, ha messo in condizione Juric di giocarsi la partita che può significare la salvezza senza nemmeno un difensore di ruolo come riserva. Nel malaugurato caso che debba fare ricorso alla panchina toccherà a Cofie inventarsi difensore, del resto Juric l’aveva provato in quella posizione già nel ritiro in Austria”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.