Repubblica: “Furia Mancini: ‘Sarri mi ha urlato «Frocio» e «Finocchio», va allontanato dal calcio!'”
“Va avanti l’Inter: con due gol nel finale, di Jovetic e Ljaijc, e le solite parate di Handanovic super anche in Coppa Italia. Ma è nel finale che la sfida trascende. Sarri e Mancini litigano, espulsi entrambi. Nel dopopartita le accuse, in tv. Mancini: «È un razzista. Mi ha detto frocio e finocchio. Sono orgoglioso di esserlo, se lui è un uomo. Uomini come lui non possono stare nel calcio. Ha 60 anni, dopo nello spogliatoio mi ha chiesto scusa, ma deve vergognarsi. In Inghilterra non lo farebbero stare nemmeno al campo d’allenamento». La replica di Sarri, molto imbarazzato: «Mi ero innervosito, non ce l’avevo con Mancini. Non ricordo cosa ho detto, ero inferocito. Omofobo è un’esagerazione, era rabbia, senza nessun secondo fine. M’è scappata una parola. Posso avergli detto: democristiano o qualunque cosa. Sono cose da campo che dovrebbero finire lì, ci si dà la mano e finisce tutto dopo 10 secondi. Era meglio se non succedeva. Gli ho chiesto scusa, spero che domani le accetterà come accade fra uomini di sport. E comunque non ho 60 anni…». Era la rivincita del 30 novembre, da lì ha provato a ripartire Mancini. Jovetic falso nueve (al posto di Icardi) e alle sue spalle il trio formato da Biabiany, Ljaijc e Perisic: riferimenti avanzati di un 4-2-3-1 spregiudicato e mobile, supportato dai muscoli di Juan Jesus in difesa e Kondogbia in mediana. Più massiccio il turn over di Sarri, che ha invece cambiato addirittura 6 titolari rispetto al campionato e si è preso il rischio di lasciare in panchina Hamsik, Insigne e Higuain: i suoi giocatori di maggiore talento. In attesa di rinforzi (in dirittura d’arrivo l’acquisto dall’Atalanta del giovane centrocampista Grassi) il Napoli ha scelto di non distogliere troppe energie dalla lotta scudetto. Mercato in evoluzione pure sul fronte nerazzurro, con l’imminente cessione ai cinesi del Jiangsu di Guarin: 7.5 milioni netti di stipendio (triennale) al colombiano e altri 18 per il suo cartellino, che verranno subito investiti per portare Soriano ed Eder a Milano (nell’operazione entrerà Dodo, forse Ranocchia). Eppure al San Paolo hanno risposto presente in trentamila: gente richiamata dal momento magico del Napoli. La noia del primo tempo è stata spezzata per un istante dalla combinazione tra Strinic e Callejon (26’), neutralizzata però dal solito Handanovic. Molto attendista l’Inter, che si è fatta viva soltanto con un cross basso di Perisic (parata di Reina) ed è rimasta quasi sempre nella sua metà campo: nonostante i quattro incursori schierati da Mancini. Di emozioni, fino all’intervallo, nemmeno l’ombra. Il San Paolo ha sentito la mancanza di Higuain, almeno quanto i suoi compagni sul campo. Ma Sarri ha fatto alzare dalla panchina per primo Hamsik – staffetta con Allan – e la mossa si è rivelata sfortunata. Subito dopo si è infatti infortunato David Lopez e il Napoli si è ritrovato senza incontristi, con l’ingresso di Jorginho vicino a Valdifiori. Un bel vantaggio per l’Inter, che ha provato subito a riguadagnare metri con Palacio: preferito allo spento Perisic. L’uomo della svolta è stato Jovetic, però: prontissimo ad approfittare di una palla persa da Hamsik e a infilare da lontano Reina (29’). Tardivo l’ingresso di Higuain. Ci ha provato Mertens a evitare l’eliminazione, trovando però sulla sua strada ancora Handanovic. Poi l’attaccante belga si è fatto espellere e Ljaijc ne ha approfittato per fare il 2-0”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.