L’edizione odierna de “La Repubblica” propone un confronto tra il Palermo e il Frosinone in vista della prossima sfida che vedrà affrontare proprio le due compagini: “Prima ancora che si stabilisse l’obbligo per legge dei posti a sedere negli stadi, tutti gli abitanti di Frosinone potevi farli entrare nella vecchia “Favorita”. Ma non inganni la dimensione delle due città: sabato al “Benito Stirpe” non andranno in campo né i cittadini, né il blasone, bensì due squadre, oggi capoliste, tanto diverse per storia quanto simili per forza, valore di mercato e passione dei rispettivi patron.
LE ROSE Più giovane per età media quella del Palermo (25,5 anni), più esperta (27,6 anni) e più italiana quella del Frosinone. Nella scelta di costruire le squadre che avrebbero dovuto affrontare questo campionato è stato tenuto conto dei giocatori già presenti in rosa. E questo ha certamente influito sul numero di stranieri. Il Palermo ne mette insieme diciannove, praticamente il sessantatré per cento della squadra; il Frosinone ne ha solamente due. La formazione rosanero è quella che ha cambiato di più rispetto al campionato precedente, come del resto una retrocessione poteva suggerire; la squadra ciociara, invece, dopo avere sfiorato la promozione già nello scorso campionato, ha deciso di fare solo qualche aggiustamento per riprovarci ancora.
GLI ALLENATORI Entrambe hanno cambiato allenatori rispetto alla stagione precedente. Nonostante le semifinali playoff raggiunte da Pasquale Marino, il rapporto non è andato avanti e le redini della panchina del Frosinone sono state affidate a Moreno Longo, 41 anni. Rispetto a Bruno Tedino, 53 anni, l’allenatore del Frosinone ha una maggiore conoscenza del campionato di B, visto che nella stagione scorsa ha portato alla salvezza la Pro Vercelli. Nel complesso, però, Longo non ha molta esperienza alla guida di una prima squadra, questa per lui è la seconda panchina dei grandi dopo tanta gavetta con il settore giovanile partendo dai giovanissimi regionali del Filadelfia Paradiso, fino alla Primavera del Torino. Tedino invece ha già avuto modo di confrontarsi con i grandi e il suo approdo al campionato cadetto è stato più graduale, dai settori giovanili a quello tecnico della Federcalcio, fino alla serie C con il Pordenone e la B di Palermo. Fra i due sembra più integralista Longo con il suo 3-5-2, evoluzione dell’iniziale 3-4-3, rispetto all’allenatore rosanero che ha fatto di necessità virtù fra nazionali e infortuni, schierando otto formazioni diverse in otto giornate di campionato. Entrambi guidano la classifica, insieme all’Empoli, a quota 14 punti. Il Palermo però è l’unico imbattuto del campionato, ha subito tre gol in meno rispetto al Frosinone e ha la seconda miglior difesa del torneo con 6 gol alle spalle del Venezia che di reti ne ha prese 4.
GLI UOMINI SIMBOLO I due capitani Iljia Nestorovski per il Palermo e Alessandro Frara per il Frosinone oltre a portare la fascia al braccio sono anche i più rappresentativi. Entrambi però non arriveranno alla partita di sabato nelle migliori condizioni. Sta certamente meglio il palermitano che è reduce dagli impegni con la Macedonia, insieme a Trajkovski; in forse il frusinate alle prese con un infortunio muscolare al polpaccio sinistro. Alle loro spalle ogni squadra ha altri leader, per il Palermo si va da Ripoli all’esperto Pomini passando per Bellusci; per il Frosinone Ciofani, Dionisi e Soddimo. I due gruppi sono omogenei per composizione, la compattezza in questa fase della stagione sembra l’elemento comune a entrambe.
LE SOCIETA’ Politiche decisamente opposte quelle dei due organigrammi. A Maurizio Zamparini, in sella dall’estate del 2002, va dato atto di avere assicurato la continuità di gestione quando si è reso necessario iscrivere la squadra al campionato. Ma la società resta in vendita e non sembra al momento avere una programmazione a lunga scadenza. Maurizio Stirpe, invece, è presidente dall’estate del 2003, ha portato il club dalla C1 alla A e recentemente ha investito venti milioni di euro sulla ristrutturazione e completamento dello stadio comunale ottenendo dall’amministrazione la gestione per i prossimi quarantacinque anni e stimando un aumento di ricavi da reinvestire sul club di circa il venti per cento del fatturato.
Fra i due Maurizio non corre buon sangue. Il motivo di scontro risale alla lotta per non retrocedere che vide i rosanero avere la meglio sui gialloblu. Zamparini accusò il Frosinone di avere approfittato di presunti regali in campo del già retrocesso Verona, Stirpe replicò minacciando querele“.