Repubblica: “Florenzi rischia sulle scommesse. Ci sono quelle sul calcio”

Dietro le porte chiuse dei ritiri della Nazionale Under 21 si consumava una realtà ben diversa da quella immaginata dai tifosi. A rivelarlo è Repubblica, che riporta le risultanze delle indagini sulla rete di gioco clandestino che avrebbe coinvolto diversi giovani talenti azzurri.

Niente partite di Call of Duty, come scherzava Mattia Perin lamentando la carenza di compagni di poker: il problema, in realtà, era l’opposto. Esisteva un gruppo WhatsApp, significativamente chiamato “Las Vegas”, in cui Sandro Tonali e altri compagni si organizzavano per partite di poker in presenza durante i raduni azzurri, pubblicando anche le cifre dovute da ciascuno.

Secondo la ricostruzione della polizia, tra i partecipanti figuravano nomi importanti come Gabbia, Casale, Zappa, Sebastiano Esposito, Sala, Bellanova, Vogliacco, Beruatto, Pinamonti e Plizzari. A questi si aggiungeva Nicolò Zaniolo, che però, come mostrano le chat, teneva i conti sotto controllo, preoccupandosi di non superare certi limiti per evitare problemi familiari.

Sandro Tonali, al centro dell’indagine, era uno dei principali organizzatori e promotori: avrebbe anche introdotto alcuni compagni, come Alessandro Florenzi, al gioco su piattaforme clandestine, i cosiddetti siti “senza lo zero”, ovvero con puntate moltiplicate. Florenzi, secondo le intercettazioni, amava scommettere in particolare sul tennis, ma dalle conversazioni emergerebbe anche un coinvolgimento sul calcio, circostanza che — se confermata — potrebbe avere conseguenze in sede sportiva.

Non mancavano gli episodi clamorosi: Florenzi, in una scommessa multipla, era arrivato a sfiorare una vincita da 270mila euro, con Tonali e i suoi “consulenti” che lo invitavano a effettuare il cash out per mettere al sicuro una parte della somma.

L’inchiesta, partita da Milano e poi confluita in parte a Torino, sta facendo emergere uno spaccato inquietante: poker, scommesse clandestine, debiti vertiginosi e giovani calciatori intrappolati in dinamiche pericolose. Una rete parallela fatta di promesse, rischi e perdite, molto lontana dall’immagine che i campioni in erba dovrebbero rappresentare.