Repubblica: “Firenze, arriva il Palermo. L’ultima in casa quest’anno, il rito appassiona poco”

“L’ultima al Franchi. Un rito. A volte entusiasta, altre impaurito o drammatico o festoso. E questa volta? Mah, boh, nessun segnale. Tremila biglietti venduti fino a ora. La proiezione dice: 20/25 mila. Come se questa fosse stata una stagione qualsiasi. Come se andare in Europa League sia un atto dovuto, come se i sogni autunnali fossero stati uno scherzo, come se questo silenzio assordante sia qualcosa di normale. Mesi e mesi a parlare di empatia, di fattori emozionali, di metafore poetiche e supercazzole varie per poi passare direttamente ai vincoli della dura realtà. Come dire: VO TJ QPMF. Punto. E così si avvicina una domenica tutta da inventare, un giorno che potrebbe almeno essere buono per festeggiare Manuel Pasqual, undici stagioni in maglia viola e nessuno che gli abbia ancora detto se andrà o resterà. Dettaglio essenziale per lui e per i tifosi, che almeno posso salutarsi con l’affetto e il rispetto reciproco che hanno sempre tenuto vivo in questi anni. Poi ci sono gli altri, tanti, in lista di attesa per partire: Babacar, per esempio. Ovvero, una super speranza e adesso una possibile super plusvalenza. Poi c’è Ilicic, un vero equilibrista, in bilico tra partite anonime e lampi straordinari. Un ragazzo che alla fine si è fatto voler bene, e anche uno dei migliori di questa stagione schizofrenica. Questa sarà sicuramente l’ultima per Roncaglia, egregio difensore tostissimo con qualche distrazione compresa nel prezzo. Lui se ne va a fine contratto. Già se ne stava per andare l’estate scorsa, ma poi Sousa in persona gli aveva chiesto di restare. E lui ha obbedito. Facundo è Facundo, e un applauso se lo merita. Poi ci sono quelli che ci sono senza esserci mai stati. Affari del mesto mercato di gennaio. Chissà se Banalouane verrà allo stadio a salutare con la manina i suoi tifosi prima di tornare nello spogliatoio del Leicester, che ha vinto la Premier “nonostante” la sua assenza. E un saluto a Kone, direttamente da Udine per otto minuti di campo. Ma il mondo così va: Pozzo ti fa dei favori sul mercato e tu li fai a lui. Kone tornerà a Udine, e forse i tifosi della tribuna rimpiageranno solo la sua ragazza. Anche Tino Costa tornerà da dove è venuto, anche se il riscatto del suo cartellino costa poco più di un milione. Troppo, comunque. E Tello? Mah. Gli unici interrogativi di un certo livello riguarderanno Vecino e Badelj. Il primo ha mercato, e l’altro pure. Ma uno dei due deve restare, anche se il procuratore del croato, uno che non ha un gran rapporto con la Fiorentina, dice che «sarebbe meglio venderlo adesso». Poi c’è anche Paulo Sousa, che probabilmente resterà, ma non è ancora chiaro con quanto entusiasmo addosso. E una parte della Fiesole decisa a una forma di protesta civile che comunque racconta di una domenica di saluti senza entusiasmo in attesa di ricominciare, in tutti i sensi. Immaginare questa ultima al Franchi sei mesi fa sarebbe stato impossibile. Anche per Kalinic, da eroe a impiegato dell’area di rigore. Triste finale per tutti. Triste e infinito, purtroppo”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.