L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla movida violenta a Palermo.
Alto più di un metro e ottanta, fisico possente, scarpe da ginnastica bianche, giubbotto e pantaloni scuri e cappello con visiera in testa. È lui il ricercato numero uno dai carabinieri della compagnia di piazza Verdi e del nucleo investigativo del comando provinciale. Le immagini delle telecamere lo hanno immortalato mentre sabato notte pochi minuti dopo le 3 impugna con la mano destra una pistola semiautomatica calibro 7,65. Nei video degli impianti di sorveglianza lo si vede sparare sei colpi in rapida successione mentre è in via Quintino Sella, dirigersi a passo veloce verso via Isidoro La Lumia, fermarsi accanto a un’utilitaria bianca e sparare in aria un settimo colpo prima di allontanarsi in direzione Politeama.
Gli investigatori, coordinati dal comandante del reparto operativo Ivan Boracchia, hanno acquisito tutti i filmati della sparatoria fra i locali della movida, non solo quello amatoriale girato dal balcone di un’abitazione di via La Lumia. Sono soprattutto le sequenze delle telecamere che inquadrano via Quintino Sella e l’incrocio con via Daita a interessare gli inquirenti. I primi sei colpi sono stati sparati nel tratto fra via Daita e via La Lumia. Lì sono stati trovati i bossoli della pistola, acquisiti dal nucleo investigazioni scientifiche. Bossoli che nei prossimi giorni verranno confrontati con quelli censiti dalle banche dati interforze per verificare se l’arma ha già sparato in precedenza e, in quel caso, circoscrivere il contesto dal quale proviene. A distanza di due giorni, dagli ospedali di Palermo e della provincia non sono stati segnalati casi di ferite d’arma da fuoco e nemmeno di accoltellamenti.
Le ricerche sono state estese a tutti gli ospedali delle altre province siciliane. L’ipotesi più probabile, al momento, è che le tracce di sangue trovate all’incrocio fra via Sella e via La Lumia siano conseguenza di pugni e calci sferrati durante la rissa. Eppure nel video pubblicato da un residente sui social si vede chiaramente una persona a terra, soccorsa da qualcuno. Sembrerebbe priva di conoscenza, anche se le immagini sono molto sgranate. I carabinieri stanno cercando altri filmati che inquadrino la scena per escludere che ci sia un ferito da proiettile. «Perché non portarlo in ospedale? Non avrebbe senso nascondere un ragazzo colpito da uno sparo. Sarebbe una vittima dell’aggressione, anche se avesse partecipato alla rissa», commenta uno degli investigatori.