L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla gara tra Ternana e Palermo in programma domenica e in particolar modo sull’ex rosa Falletti oggi in rossoverde.
Per Caesar Falletti sarà la partita dell’amore, ma anche del rimpianto e del riscatto. Un universo di emozioni accompagna il ritorno del Palermo in campo domenica al “Liberati”, con il fantasista della Ternana che riabbraccerà la sua ex. Sentimenti e voglia di vincere per cambiare il futuro guidano entrambe le formazioni avare di risultati nelle uscite prima della sosta: gli uomini di Corini hanno conquistato solo quattro punti in cinque gare; la Ternana è invece penultima e ha dovuto optare per il cambio in panchina esonerando Lucarelli e riprendendo Breda dopo la parentesi del 2015-2016.
Tolti gli inizi al Cerro e la minuscola apparizione in Centroamerica, Falletti nella sua carriera ha avuto tre squadre e in ognuna ha lasciato un pezzo di sé. Alla Ternana è stato due volte, la prima nel 2017 con un volo diretto e inaspettato dall’Uruguay («Devi volare in Italia». «Quando?». «Subito!»), la seconda nel 2020: in totale 49 centri in 231 apparizioni che lo rendono il terzo realizzatore delle Fere di tutti i tempi. A Palermo, invece, ha rialzato la testa («Qui sono rinato») abbracciando una nuova dimensione dopo l’esclusione dal Bologna e, inoltre, è nata la sua secondogenita Isabella, sorella di Gianluca.
Il già citato Bologna, invece, è stato Paradiso quando gli ha permesso di calcare i campi della A, ma è divenuto inferno una volta rinnegate le sue qualità e proposto il cartellino a mezzo mondo. Un percorso sportivo e di vita che inizia dai modesti quartieri di Artiga in cui Caesar è nato senza lussi, ma supportato dall’eterno affetto di papà Adail, muratore, e mamma Elva, casalinga ed ex calciatrice che gli ha insegnato tutto, scomparsa cinque anni fa.
«Fu mamma ad incoraggiarmi. Pioggia, vento o temporali, mi accompagnava ovunque». Ad appena un anno si trasferisce a Canelones (a due passi dall’ex rosanero Abel Hernandez), dove cresce nelle polverose strade di quartiere calciando una palla non sempre gonfia in una porta senza pali che si poteva soltanto immaginare. Poi la prima formazione: il Cerro del signor Cuenca che lo cresce per 12 stagioni e lo manda nello Stivale. César Alejandro Falletti Dos Santos detto semplicemente César Falletti, sa come coccolare un pallone.