L’edizione odierna de “La Repubblica” ha riportato l’intera conferenza stampa di Fabio Lupo fatta ieri a Boccadifalco. Ecco quanto si legge:
“C’è molto di quanto accaduto nell’ultimo mese nelle parole del direttore sportivo del Palermo Fabio Lupo. «Il nostro mercato – dice – è stato come una cena ricca di portate senza la frutta esotica alla fine. Se non c’è ti alzi sazio lo stesso. Abbiamo sempre ritenuto il nostro attacco completo. Di Carmine era una buona opportunità, ma non avrebbe spostato gli equilibri». Quanto ha pesato l’istanza di fallimento sul mercato? «Moltissimo, soprattutto all’inizio. Ci eravamo mossi bene, poi molti hanno iniziato a prendere tempo. Questo ci ha messo in difficoltà. Poi la situazione su quel fronte si è schiarita, siamo stati comunque pronti a reagire perché avevamo delle alternative e siamo riusciti a fare operazioni utili come Moreo e Fiore».
Haksabanovic del West Ham e Callegari del Paris Saint Germain sembravano già del Palermo. Poi cosa è successo? «Per Callegari il suo agente ha ritenuto inadeguata la nostra proposta lasciando intendere che aveva chissà quali altre offerte sul tavolo. Ho sempre avuto il sospetto che non avesse nulla e che si sia sentito scavalcato da una trattativa condotta nel massimo della regolarità. I fatti mi hanno dato ragione. In questa cosa ci hanno rimesso tutti: il giocatore è in scadenza, il Psg avrebbe avuto una percentuale sulla futura vendita, l’agente non ha fatto una bella figura e noi avremmo fatto un’operazione in prospettiva. Haksabanovic ci era stato proposto, lo avevamo valutato, poi il West Ham ha deciso di non cederlo più».
A luglio gli ultrà a Boccadifalco per contestare. Domani gli stessi ultrà nello stesso posto per incitare la squadra. Cosa c’è nel mezzo? «C’è l’amore per questa squadra. Se pur in forma sbagliata anche quello era amore di una tifoseria delusa che non vedeva chiarezza. In questi sei mesi il merito che ci possiamo attribuire, Zamparini compreso, è che siamo riusciti a ristabilire una situazione di normalità. C’è dialogo fra presidente, direttore sportivo e allenatore con ognuno che porta il proprio contributo per migliorare una squadra senza prime donne che ha l’atteggiamento giusto». È stato un confronto sereno anche quello dopo la sconfitta di Empoli? «È stato un incontro normale fra un presidente che dopo una sconfitta cocente ha voluto capire cosa fosse successo, un allenatore che ha dato le sue spiegazioni e un direttore sportivo che ha dato la sua valutazione. Abbiamo messo sul tavolo opinioni che per fortuna non sono uguali. C’è stata la serenità per esporre le proprie posizioni ed è stata ribadita la fiducia in ognuno di noi e nello specifico nell’allenatore, lasciandolo libero di prendere le sue decisioni. Poi è normale e umano che il presidente dica la sua: fargli tirare fuori i soldi e non farlo nemmeno parlare sarebbe una tortura esagerata». Empoli, Frosinone e le altre pretendenti alla A si sono rinforzate più di voi? «L’Empoli era già forte. Noi e il Frosinone abbiamo colmato qualche lacuna. Mancano diciotto partite e possono inserirsi altre formazioni, noi però siamo gli stessi che erano primi la settimana scorsa. Mi auguro che contro il Foggia ci sia la stessa reazione vista dopo Novara e Cittadella. Sappiamo che a volte siamo un po’ presuntuosi, magari queste quattro sberle sono servite»”.