Repubblica: “Ex rosa, Rinaudo: «Adesso studio da diesse. Da palermitano ringrazierò sempre Zamparini, spero lasci in buone mani»”
“Ha deciso di appendere le scarpe al chiodo, ma il distacco non gli pesa assolutamente. Sì, perché Leandro Rinaudo ha chiuso con il calcio giocato, ma non ha chiuso con il calcio. «Le sofferenze fisiche legate agli infortuni degli ultimi anni – dice l’ex difensore rosanero – erano diventate anche sofferenze mentali. Non mi divertivo più. Il calcio è la mia vita da quando avevo sette anni e il fatto che non mi divertissi più inseguendo un pallone mi ha fatto riflettere e così ho deciso di dire basta». Già, il calcio come ragione di vita da quando aveva sette anni. Facile immaginare come il momento in cui Rinaudo ha deciso di smettere di giocare deve essere stato un momento importante di passaggio. «È vero – dice – ma ho sentito poco il distacco dal campo perché non c’è stato il distacco dal mondo del calcio. Smettere di giocare non mi è pesato e non mi pesa». Non gli pesa perché Rinaudo è rimasto nel calcio. Ha fatto solo il passaggio dal campo alla scrivani. O meglio, questo è quello che vorrebbe fare in futuro. Un futuro nel quale si vede direttore sportivo. E così ha scelto come mentore uno dei maestri di questa professione e ha voltato pagina. «Adesso lavoro con Perinetti a Venezia – racconta Rinaudo – Conosco il direttore da quando ero nel settore giovanile del Palermo e lui ha voluto darmi questa opportunità. L’opportunità di potere crescere insieme a lui. Ho già fatto un corso di gestione sportiva a Bologna ad aprile e a settembre inizierò il corso di direttore sportivo a Coverciano. La migliore palestra, però, la farò osservando cercando di capire come funziona questo lavoro». Da calciatore, Rinaudo ha indossato tra le altre le maglie del Palermo, del Napoli, della Juventus, del Bari. «Adesso considero questa nuova fase della mia vita come una crescita rispetto al percorso che ho fatto da calciatore. Se un giorno farò il direttore sportivo sarà perché potrò farlo ad alti livelli. Tutto questo partendo dal basso, con umiltà e sacrifici. Mi piacerebbe fare tutto attraverso degli step un po’ come è stata la mia carriera di calciatore». Una carriera che comunque resta legata anche a Palermo e alla società rosanero. «Palermo è la mia città – spiega Rinaudo – Qui sono cresciuto come calciatore e come uomo. Tornare qui da dirigente? Non ci penso, ma mai dire mai. Del resto è naturale provare affetto e attrazione per un posto come questo». Il discorso scivola presto sul Palermo e su Faggiano, uno dei dirigenti che si sono formati con Perinetti proprio come oggi vorrebbe fare Rinaudo. «Credo che Zamparini sia stanco – dice – Come palermitano non posso che dirgli grazie e, se lasciasse spero lo faccia a una persona che possa ripercorrere i suoi successi. Ha al fianco Daniele Faggiano che negli ultimi anni ha fatto un grandissimo lavoro a Trapani. A Palermo c’è Faggiano che ha lavorato con Perinetti e c’è anche Baccin pure lui cresciuto con Perinetti»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.