L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sui tamponi trasferiti da Brescia agli USA. Così gli Stati Uniti hanno comprato mezzo milione di kit per individuare il contagio da un’azienda di Brescia, la città travolta dall’epidemia. E li hanno trasferiti a Memphis con un volo militare. La notizia ha trovato conferma ufficiale nelle parole del portavoce del Pentagono, Jonathan Hoffman. «Ci sono elementi multipli per far il test – ha spiegato il generale Paul Friedrichs, del comando medico centrale – . I primi sono i tamponi che servono a raccogliere i campioni dalle persone, poi c’è il liquido dove conservarli. Questo è ciò che abbiamo portato dall’Italia: un grande esempio di come le nazioni lavorino insieme per assicurare che venga data risposta alle domande globali». La scorta veniva infatti da una fabbrica di Brescia: la Copan Diagnostics. Lo conferma a Repubblica l’ambasciatore Lewis Einsenberg: «Siamo lieti che l’azienda italiana Copan Diagnostics continui a produrre tamponi per i test del Covid-19 in quantità sufficienti per soddisfare le richieste in Italia e le vendite all’estero. Il settore privato italiano contribuisce a salvare vite nel mondo. Mi congratulo per questo sforzo». E precisa: «Gli Stati Uniti continueranno ad acquistare tamponi da aziende italiane secondo le proprie necessità. Gli Stati Uniti e l’Italia continuano a lavorare insieme in strettissima collaborazione». La notizia appare sorprendente. Finora in tutta Italia sono stati fatti poco più di 100 mila test. E le regioni colpite dal morbo invocano diagnosi di massa per isolare i contagi e rallentare il virus. Le chiedono il governatore veneto Zaia e quello lombardo Fontana, le ha promesse la protezione civile nazionale. Ma i tamponi sono stati venduti oltre Oceano. Il nostro governo era stato informato? Siamo stati battuti sul prezzo? Circolano diverse informazioni sulle iniziative del governo americano per rifornirsi di mezzi contro il Covid-19. La Casa Bianca, ad esempio, avrebbe offerto somme altissime per ottenere l’esclusiva del vaccino sperimentato dai laboratori tedeschi CureVac: un’operazione bloccata dall’intervento di Berlino a cui è seguito quello dell’Ue. La società bresciana replica che «tutto è avvenuto alla luce del sole, sono prodotti in libera vendita e ne abbiamo in grandi quantità. Noi siamo un’azienda leader ed esportiamo ovunque: solo nelle scorse settimane abbiamo fornito più di un milione di pezzi in Italia. Non c’è carenza di tamponi, ma di laboratori per analizzarli. Quello stock è stato acquistato da clienti privati americani, poi è stato usato un aereo militare perché non c’erano voli commerciali».