Repubblica: “Emergenza Coronavirus. Le carceri. Dodici i morti, altre rivolte dei detenuti. Ma c’è un piano per liberarne 5 mila”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle difficoltà delle carceri nel bel mezzo dell’emergenza Coronavirus. Le rivolte nelle prigioni rientrano, rimangono solo dei focolai, ma resta il bilancio pesante di 12 morti per overdose, 19 detenuti foggiani in fuga, e il sospetto, su cui già indaga la magistratura, che ci sia stata una regia criminale nell’improvvisa bufera che ha travolto 27 penitenziari. Con un bilancio economico pesantissimo, 35 milioni di euro di danni, 600 posti letto distrutti, 150mila euro di psicofarmaci rubati. Proprio quelli poi che hanno causato le morti, 9 a Modena e 3 a Rieti. Il Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma: «È un’ipotesi che non mi convince affatto. Esiste un sovraffollamento inaccettabile da cui si è partiti. Che poi, nelle singole carceri, ci possa essere stata un’infiltrazione, può anche essere, ma non ignoriamo i problemi veri». Un altro dato è importante: i nomi delle tre mafie che contano si sarebbero tenuti lontano dalle rivolte (come a Rebibbia, Viterbo, Frosinone). Tant’è: ora restano i 500 detenuti trasferiti dal penitenziario di Modena, tutti quelli reclusi lì. E ancora 700 sui 2mila di Poggioreale destinati altrove. Mentre gli ultimi focolai di rivolta ieri sono andati spegnendosi, a Venezia, a Bologna, a Caltanissetta, Chieti e Larino, e al Pagliarelli di Palermo. Esiste la strategia della “liberazione anticipata speciale”, che potrebbe garantire l’uscita di 4-5mila detenuti, sui 61mila attuali, la metà dei 10mila in eccesso rispetto alla capienza standard. Due misure, l’uscita anticipata dal carcere per chi deve scontare gli ultimi tre mesi, previo via libera del giudice di sorveglianza. Poi i domiciliari per chi è già in semilibertà, sempre con l’ok del giudice.