Repubblica: “Emergenza Coronavirus. Italia, le cure. Regioni in pressing, sbarca l’Avigan «Ma non ci sono prove della sua efficacia»”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla sperimentazione dell’Avigan. Ieri il ministro alla Salute, Roberto Speranza, ha annunciato che Aifa, l’Agenzia del farmaco «dopo una prima analisi sui dati disponibili, sta sviluppando un programma di sperimentazione e ricerca per valutare l’impatto del farmaco nelle fasi iniziali della malattia». La stessa agenzia il giorno prima, cioè domenica, aveva pubblicato sul suo sito un comunicato che a dir la verità già dal titolo non trasmetteva grande entusiasmo: «Aifa precisa, uso favipiravir (il nome della molecola, ndr) per Covid-19 non autorizzato in Europa e Usa, scarse evidenze scientifiche sull’efficacia». Nel testo si spiegava che per ora su quel prodotto, in commercio in Giappone dal 2014, ci sono solo dati preliminari non ancora analizzati da esperti e si annunciava proprio per ieri una decisione più approfondita da parte della Cts, la Commissione tecnico scientifica che in questi giorni è in riunione permanente proprio per dare il via a eventuali studi e all’utilizzo fuori dalle indicazioni di medicinali che potrebbero servire contro il coronavirus. Ebbene, ieri poi, come annunciato da Speranza si è deciso di procedere dopo aver analizzato una richiesta ufficiale da parte della Lombardia: «La Cts, riunita nella seduta del 23 marzo, sulla base di preliminari e limitate evidenze di attività del medicinale favipiravir nella malattia Covid-19, è impegnata nella valutazione di un programma di sperimentazione clinica per valutare efficacia e sicurezza di questo trattamento». Il secondo aspetto è fondamentale, visto che in passato sarebbero stati attribuiti ad Avigan pesanti effetti collaterali. Caustica la reazione su Twitter del virologo del San Raffaele, Roberto Burioni: «Oggi in Italia la prima sperimentazione clinica sulla base di un video di Youtube postato da uno sconosciuto. La vita ha più fantasia di me». In serata a Otto e mezzo su La7 il neo direttore generale dell’agenzia, Nicola Magrini, dopo aver ricordato le due sperimentazioni già avviate, su tocilizumab e su un antivirale, ha spiegato che «domenica si è parlato un po’ impropriamente di questo vecchio farmaco antinfluenzale creando alte aspettative. Oggi visti i dati preliminari disponibili, la Cts ha pensato a uno studio ma le risposte non arriveranno prima di 3-4 settimane». Il comunicato di Speranza è arrivato dopo una giornata di pressioni da parte del Veneto e della Lombardia, alla disperata caccia di un medicinale efficace contro la malattia. Per la verità Luca Zaia aveva iniziato già da domenica ad annunciare che nella sua regione si sarebbe sperimentato l’Avigan (presa di posizione che avrebbe spinto Aifa a fare il suo comunicato di domenica). Ieri lo ha ribadito e pure Attilio Fontana ha chiesto l’avvio di uno studio, mentre la Liguria ha annunciato di averlo ordinato. Più o meno quando Speranza ha reso nota la scelta di Aifa, dalla sede italiana dell’azienda farmaceutica produttrice del medicinale, Fujifilm, si faceva sapere che presto partirà uno studio anche in Giappone, dove per ora «deve essere fornito solo a discrezione del ministero per la Salute, il Lavoro e il Welfare». In quel Paese è stato fatto uno studio di osservazione, trattando pazienti non gravi nei primi sette giorni dall’insorgenza della malattia e l’azienda dice che è stato usato anche in Cina. «Fujifilm non ha svolto alcun ruolo nelle ricerche di cui sopra e non è quindi in grado di commentare questi risultati. Al momento non esistono prove scientifiche cliniche pubbliche che dimostrino l’efficacia e la sicurezza di Avigan contro Covid- 19 nei pazienti». Saranno cercate in Italia.