Repubblica: “Elisabetta ora è a casa: «Palermo ci ha salvate». La piccola, in fuga dall’Ucraina, è arrivata con la mamma e la sorella”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul ritorno a Palermo della piccola Elisabetta.
«Palermo ci ha salvate». Sono state le prime parole di Elena Pastux, arrivata ieri all’aeroporto di Palermo con le figlie Elisabetta, otto anni con una grave disabilità che la costringe sulla carrozzina, e Litiia di 23. Dopo 10 giorni in Ucraina, l’incubo è finito. Quando le porte degli arrivi si sono spalancate, la mamma è scoppiata a piangere mentre spingeva la carrozzina della figlia. Accanto a lei il sindaco Leoluca Orlando che è andato ad accoglierle alla scaletta dell’aereo.
Nessuna valigia con loro. Soltanto un orsacchiotto blu con la bandiera dell’Italia fra le braccia di Elisabetta. «Mi sento una miracolata, se sono riuscita a salvarmi è perché mia figlia è in queste gravissime condizioni, ma il mio pensiero va a tutte le madri con bambini rimaste in pericolo sotto le bombe», dice la mamma. Elisabetta che non riesce neanche a parlare, ha tenuto stretto tra le braccia l’orsacchiotto, avvolta in un piumino rosso che in questi giorni le ha fatto da coperta. Da dieci giorni lei e la mamma non dormono su un letto. Prima un seminterrato a Kiev, poi in macchina, poi un rifugio in Polonia. Soltanto ieri mattina i volontari della Croce rossa le hanno accompagnate a Cracovia per prendere l’aereo diretto a Palermo.
In quel momento Pastux ha capito che la guerra era ormai alle spalle. «L’Ucraina è rimasta sola, lì ci sono tanti miei parenti, le mie zie, le mie cugine. Ma non potevo restare un giorno di più per il bene di Elisabetta. Ha rischiato di morire», racconta. Elisabetta, infatti, non ha trovato cibo per lei sul fronte di guerra. Deve seguire una dieta rigidissima e in Ucraina come in Polonia non c’era nulla che andasse bene. «Abbiamo usato le scorte di cibo che abbiamo portato con noi, ma a un certo punto sono finite. La sofferenza che ho visto in questi giorni è enorme. La disperazione della gente attorno a noi», racconta la mamma. Ce l’hanno fatta soltanto grazie alla grande solidarietà che è cresciuta giorno dopo giorno attorno a loro. Quando sono arrivate finalmente al confine con la Polonia, c’erano almeno tre giorni di coda prima di potere entrare nel Paese della salvezza.
«A un certo punto ci hanno dato la precedenza, ci hanno fatto passare prima, ero davvero colpita da questa immensa generosità», dice Elena Pastux. E intanto da Palermo tutti seguivano la sua vicenda cercando di aiutarla in ogni modo. Le insegnanti della scuola della figlia, il Comune, gli amici, ma anche tanta gente che di lei non sapeva nulla se non le notizie lette sui social e sui giornali. E sono state proprio le insegnanti della scuola ad acquistare i tre biglietti aerei che ieri le hanno riportate a casa. A Palermo dove Elena Pastux con Elisabetta vive da anni e dove adesso abiterà anche Litiia che la mamma è andata a riprendere in Ucraina per salvarla dalla guerra rischiando la sua vita e quella di Elisabetta. «Non ci posso ancora credere – dice Luisa Asero, la maestra di religione di Elisabetta ieri all’aeroporto – Tutti insieme abbiamo fatto questo miracolo». Elisabetta adesso avrà bisogno di riprendersi.