Repubblica: “Elia, una favola rosanero senza lieto fine: dal gol al Perugia al ritorno con lo Spezia”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul ritorno da ex al Barbera di Salvatore Elia. Il quotidiano ripercorre la breve esperienza dell’attaccante in rosanero.

Sembrava il protagonista di una favola a tinte rosanero, invece il futuro di Salvatore Elia nel Palermo non si è concretizzato e lunedì tornerà al “Barbera” con voglia di rivalsa, per stupire dopo il rifiuto della società al rinnovo del prestito che lo ha costretto a sposare il progetto Spezia. Una gara che, secondo il suo procuratore Matthias Venersoso «sarà sicuramente speciale per tanti motivi». Chiamatela sfortuna o… destino, ma tutto sembrava scritto nelle stelle per il figlio del napoletano Firmino che ha iniziato la sua storia in viale de Fante sotto i migliori auspici e soprattutto con il gol: il primo proprio nella giornata d’esordio in B, a quel Perugia che nella carriera è stato il punto più alto toccato. Centro che gli permise di arrivare lì dove il padre non era mai arrivato, segnando con l’aquila stampata sul petto tra i cadetti e compiendo un passo alla ricerca della consacrazione definitiva.

Entrambi sedotti e abbandonati in un ipotetico riassunto rosa di cui condividono l’amaro finale. Firmino, bomber del Palermo dei primi 2000, contribuì a raggiungere la serie B con 16 reti in 43 incontri al fianco di gente come Sicignano, Cappioli, Brienza e Di Donato, ma fu ceduto all’Avellino senza avere la possibilità di calcare i campi della categoria agguantata col sudore. Salvatore, invece, preso in prestito dall’Atalanta, aveva cominciato col botto da dove aveva lasciato il genitore, riscoprendosi goleador in una formazione che, a parte il solito Brunori, faticava ad ingranare in avanti. Fino alla decima giornata fu l’unico (oltre, ovviamente, al capitano) capace di ripetersi, trovando più di una rete (3 totali) tra i cinque uomini di Corini che avevano realizzato una marcatura.

Elia spiazzò positivamente tutti, realizzando un gol e un assist per il definitivo 2-0 già alla prima giornata, seguiti dalla doppietta contro il Pisa (3-3) alla nona. Poi, l’infortunio come un fulmine a ciel sereno contro il Cittadella e la diagnosi infausta che fece calare il silenzio sull’ambiente: lesione del legamento collaterale del ginocchio destro e fine della stagione. Un macigno per l’esterno nato a Prato che aveva un legame fortissimo con i compagni e col popolo del capoluogo, pronto a seguire settimanalmente il suo recupero attraverso i social network. Infine, la decisione di un City Group che non poteva aspettare o vivere nell’incertezza: l’incidente ritenuto troppo serio, il prezzo elevato e l’età del giocatore ormai fuori dalla lista Under, hanno rotto la magia e creato rammarico («Pensavo di rimanere, ma questo è il calcio»).