“Trapani si stropiccia gli occhi e prova non smarrire la dimensione della realtà. In due mesi, è cambiato tutto: una squadra progettata per salvarsi adesso deve fare i conti con uno scenario nuovo, del tutto inatteso. Play-off e serie A sono diventate espressioni pronunciate con dimestichezza, trascurando addirittura la scaramanzia. Ma come nasce questo Trapani dei miracoli? Gli artefici iniziali, facile dirlo, sono Serse Cosmi e Daniele Faggiano, uomini guida che stanno lavorando con rispetto e reciproca stima: una collaborazione che non conosce ostacoli. L’esempio più lampante? L’ingaggio di Coronado. «Sul suo conto – racconta il direttore sportivo Faggiano – ero il meno convinto. Non per le indiscutibili qualità del giocatore, ma avevamo puntato molto su Sodinha e mettere alle sue spalle un ragazzo nato nel 1992 non mi sembrava una grande idea. Cosmi lo ha voluto fortemente e ha avuto ragione». Il riscatto dal Floriana Malta (club in cui militava) costerà 250 mila euro, ma è un investimento decisamente fruttuoso. La storia di questo Trapani è ricca di scelte felici, che arrivano da lontano. «Oggi tutti parlano di Scognamiglio – prosegue Faggiano – un difensore che ha già realizzato sei gol e non aveva mai giocato in serie B. Ma io lo avevo quasi preso due anni fa. Allora, all’ultimo istante il Parma vinse la volata e lo diede in prestito al Perugia». Gira e rigira, vengono fuori la forza e i limiti dell’essere realtà di provincia. Fare le nozze con i fichi secchi è una necessità imprescindibile. Il Trapani spende 3 milioni e mezzo lordi per gli stipendi della prima squadra: un monte ingaggi assai limitato, tra i più parsimoniosi del torneo cadetto. «Il piano di lavoro che insieme a Cosmi ci siamo prefissati è chiaro: dobbiamo trovare calciatori motivatissimi, dei leoni in gabbia. Citro – prosegue Faggiano – è all’undicesimo centro stagionale e ha tre anni di contratto: ma non è a Trapani per caso. Lo seguivo fin da quando era a Messina, mi era piaciuto il suo fiuto del gol. E non ho avuto alcun problema a rincorrerlo anche al Marcianise, in serie D. Quando c’è il talento, non bisogna guardare la categoria: vale anche per Raffaello, scovato in Lega Pro». Se di “leoni in gabbia” dobbiamo parlare, gli ultimi arrivati Nizzetto e Petkovic sono un fiore all’occhiello. «Nizzetto era stato qui il primo anno di serie B – ricorda il direttore sportivo granata – e non ero certissimo di riprenderlo. Poi, quando l’ho guardato negli occhi, ho capito la voglia che aveva di tornare a Trapani». Infine, Petkovic: un talento immenso, di proprietà del Catania (riscattarlo costerà circa 300 mila euro, altra spesa che condurrà a sostanziosi ricavi), ma giunto dall’Entella. «Mi piaceva sin dai tempi in cui giocava nella Primavera rossazzurra: fosse stato per me, lo avrei portato a Trapani già lo scorso anno. Ma tutti i giocatori stanno crescendo. Mi piace fare un plauso a Montalto, un trapanese doc che sta giocando meno ed è capace sempre di dare il cento per cento». Otto giornate ancora da giocare e un campionato tutto da scoprire. Il Trapani dei miracoli non vuole più fermarsi”. Questo è quanto scrive l’edizione odierna de “La Repubblica”.