“Cassaforte del club vuota, debiti per 62 milioni di euro, un’istanza di fallimento pregressa (subito sanata) e tre bilanci falsi. Ecco i quattro pilastri su cui si basa l’istanza di fallimento secondo la consulenza di oltre cento pagine redatta dal perito Alessandro Colaci, su incarico dei sostituti procuratori Andrea Fusco e Francesca Dessì, coordinati dall’aggiunto Salvatore De Luca.
La procura contesta al club una serie di indici rivelatori dello stato di insolvenza a partire dall’ingente debito di 62.962.523 milioni di euro alla chiusura dell’esercizio finanziario del 30 giugno di quest’anno. In secondo luogo il patrimonio netto ( vale a dire la cassaforte della società) che alla stessa data ha un valore di meno 18.341.918 euro. Il terzo indice di insolvenza è la previsione dei flussi di cassa al 30 giugno del 2018 che secondo il consulente della procura è in perdita di 27.743.988 euro. In ultimo la falsità dei bilanci depositati nel 2014, 2015 e 2016 allo scopo di creare falsi valori contabili utili ad azzerare le perdite di esercizio. Secondo la tesi della procura nemmeno vendendo tutto il parco giocatori di una squadra che lotta per la promozione in serie A, la società di viale del Fante «sarebbe in grado di autofinanziare la gestione producendo un flusso di cassa positivo»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.